Il 26 gennaio 2020 è morto Kobe Bryant. Una tragedia che ha sconvolto il mondo del basket.
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Kobe, ex stella dei Los Angeles Lakers, ha perso la vita in un incidente d’elicottero. Il velivolo, di sua proprietà, ha preso fuoco, togliendo la vita a 9 persone: i soccorsi sono stati inutili. Tra le vittime anche la figlia 13enne di Kobe, Gianna Maria Bryant, promessa del basket femminile.
La storia del campione di pallacanestro, noto come Black Mamba, è la storia di chi ha dedicato la sua esistenza allo sport. Quello sport che Kobe ha abbandonato nel 2015, quando ha deciso di ritirarsi dalle scene. Ed è stato allora che Bryant ha emozionato tutti con una lettera d’amore dedicata a quel gioco che è stato tutta la sua vita, a partire dai primi giorni passati nelle palestre italiane, dove giocava papà Joe.
Da quella lettera nacque l’idea di un cortometraggio – Dear basketball – realizzato con il regista e animatore Glean Kean. E dato che il Black Mamba ha sempre avuto il morso vincente, con quel corto ha vinto un altro premio. I titoli Nba e l’oro olimpico non erano sufficienti: Bryant ha vinto anche il premio Oscar nel 2018.
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Il miracolo dopo il dramma: una storia a lieto fine
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Ma Kobe continua a far parlare di sé anche dopo la tragedia.
Il 12 ottobre, nove mesi dopo la morte del campione, i Lakers, la squadra dove Kobe ha militato per tutta la carriera, vincono il 17esimo titolo Nba, il primo dopo dieci anni.
Il primo titolo del Lakers dopo Kobe è ancora un titolo di Kobe. Hanno giocato tutti per lui, soprattutto LeBron che lo aveva promesso nei giorni del lutto.
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“Vorrei che Kobe e Gigi fossero qui a vedere tutto questo” ha scritto Vanessa Bryant che cerca di riempire un vuoto incolmabile per una donna, una moglie, una madre, abituata a dividere la sua vita e il suo amore con il basket. E non lo vorrebbe solo lei. LeBron con lo sguardo e il dito rivolto verso il cielo ha detto tutto.