Russia, affonda peschereccio nel Mar di Barents: 17 dispersi e due i supersisti. Lo ha riferito il ministero dell’emergenza russo
E’ un Natale tragico per l’equipaggio del peschereccio russo Onega. L’imbarcazione è affondata lunedì 28 dicembre nel mare Artico russo. Diciassette persone dell’equipaggio sono scomparse. Le operazioni di soccorso continuano, riferiscono le autorità russe. Si tratta della nave Onega, la cui sede è a Murmansk. L’imbarcazione è affondata nei pressi dell’arcipelago di Novaya Zemlya nel Mare di Barents. L’equipaggio è composto da 19 persone. Due persone sono state salvate. Una nave sta partecipando alle operazioni di ricerca e altre tre sono in rotta verso il luogo dell’incidente. Le condizioni metereologiche nella zona del relitto non hanno concesso l’utilizzo dell’aviazione per le operazioni di soccorso. Per la Russia c’è un precedente recente. Nel gennaio 2018, un peschereccio russo con 21 persone a bordo è affondato nel Mar del Giappone. Sfortunatamente non furono ritrovati sopravvissuti. Non bastarono cinque giorni di operazioni di ricerca con temperature gelide e vento molto forte.
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Peschereccio russo affonda: si cercano 17 dispersi
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Nell’aprile 2015, l’evento più grave. Un peschereccio russo è affondato provocando la morte di 56 persone. Sempre nel mare di Barents, 14 ufficiali russi sono rimasti uccisi nel luglio 2019 nell’incendio di un sottomarino. Le circostanze dell’incidente non furono rivelate dalle autorità in nome del segreto di stato . Le cause restano ancora oggi sconosciute pubblicamente. Una zona, quindi, non fortunata per le imbarcazioni russe. Costretti negli ultimi anni a sacrificare persone. Le condizioni atmosferiche creano grossi problemi alle imbarcazioni che transitano tra ghiacciai. Se le condizioni metereologiche peggiorano diventa complesso gestire determinate situazioni. Un Natale decisamente più sfortunato per le 17 famiglie del peschereccio Onega.
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Il tutto mentre fortunatamente in Italia sono stati salvati gli uomini dell’equipaggio del peschereccio che si era trovato nelle acque libiche. Proprio pochi giorni fa gli uomini hanno potuto abbracciare i propri familiari e parenti dopo molti giorni di incertezze e paure.