Napoli, traguardo nella ricerca contro il carcinoma mammario triplo

Scoperto un meccanismo molecolare legato al carcinoma mammario triplo che causa metastasi polmonari. Lo studio apre la strada a diagnosi precoci e a possibili terapie.

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laboratorio ricerca (Getty Images)

Passi in avanti nella lotta al carcinoma mammario triplo negativo. Uno studio condotto da ricercatori del Ceinge-Biotecnologia Avanzata di Napoli ha rivelato l’esistenza di un meccanismo molecolare che comporterebbe metastasi polmonari. La ricerca porta a nuove possibilità nell’ambito delle diagnosi precoci. E non solo. Apre anche la strada a nuove terapie.

Tumore al seno più aggressivo, il carcinoma mammario triplo negativo colpisce soprattutto soggetti in giovane età. La patologia rappresenta il 20% dei tumori al seno e comporta un maggior sviluppo delle metastasi.

La prognosi delle pazienti con il triplo negativo metastatico è peggiore rispetto a quelle diagnosticate con altri sottotipi di cancro al seno metastatico.

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Scoperto un meccanismo molecolare che causa metastasi polmonari: lo studio dei ricercatori di Napoli

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ricerca (Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay)

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I ricercatori di Napoli di Ceinge-Biotecnologie avanzate hanno realizzato lo studio in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche (Università di Napoli Federico II) e l’Unità di Patologia dell’Istituto nazionale dei Tumori Ircs Fondazione Pascale.

Nella ricerca è stato dimostrato che la proteina Prune-1 è iper-espressa in circa il 50% dei pazienti con carcinoma al seno triplo negativo. Inoltre è stata evidenziata la progressione progressione del tumore a metastasi a distanza polmonari e anche alla presenza di macrofagi M2.

Nell’ambito della studio è stato anche individuato nel modello murino una piccola molecola non tossica. Questa inibirebbe la conversione dei macrofagi verso il fenotipo M2 ridurrebbero il processo metastatico al polmone.

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ricerca (Foto di PublicDomainPictures da Pixabay)

Un traguardo molto importante, raggiunto dal team di ricercatori sotto la guida del professore e genetista Massimo Zollo dell’Università di Napoli Federico e Principal Investigator del CEINGE. Finanziata dall’Unione Europea, la ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica internazionale ISCIENCE.

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