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Pandemia, è strage di anziani: il lockdown salva i giovani

Strage di anziani durante la pandemia covid, ma tra i giovani la mortalità è calata grazie soprattutto al lockdown

Anziano (GettyImages)

La pandemia ha colpito principalmente gli anziani. Il quarto rapporto sulla mortalità in Italia durante l’epidemia Covid-19 effettuato congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) è chiaro. Sono 84mila i morti in più durante la pandemia Covid rispetto alla media degli ultimi anni. Si è preso come riferimento medio la mortalità degli anni 2015-2019 riferendosi allo stesso periodo colpito dal paese dal Covid-19. I numeri dicono che la mortalità sale molto con l’aumento dell’età. Si parla di strage  tra gli anziani e gli over 80. Il tasso di mortalità, invece, è vistosamente calato tra i giovani in corrispondenza del lockdown. Le restrizioni giovano soprattutto a coloro che socializzano di più. Nela prima fase dell’epidemia, ossia da marzo a maggio, ci sono stati oltre 211mila decessi.

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Pandemia, dati discordanti tra giovani e anziani

Coppia Anziani (getty Images)

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Da giugno a settembre, quindi nella seconda fase della pandemia, c’è stata la riduzione della mortalità. Quest’ultima è tornata a salire con la seconda ondata, quindi nella terza fase della pandemia. Da metà ottobre in poi è stato un crescendo dei dati dei decessi, della mortalità. L’Istat ha affermato che: “La seconda ondata si caratterizza a ottobre per un eccesso di decessi totali del 13% sia al Nord che al Centro-sud, mentre nel mese di novembre si distingue nuovamente l’eccesso di mortalità del Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3) e al Sud (+34,7%). In molte regioni del Nord l’eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile“. Per certi versi, quindi, la seconda ondata è stata più dura della prima. I dati dicono cose opposte per gli under 49. Per questi il tasso di mortalità è più basso rispetto agli anni 2015/2019.

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Covid (Getty Images)

La spiegazione sta nel fatto che le restrizioni da un lato hanno ridotto i momenti di socialità che riguardano soprattutto questa fascia di età. Inoltre, il virus ha una minore letalità verso persone più giovani.

 

 

 

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