Quattro ragazzi sono finiti agli arresti domiciliari, accusati di una presunta violenza sessuale ai danni di una 20enne, avvenuta ad agosto sulla spiaggia di Bibbona (Livorno).
I carabinieri di Livorno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di quattro ragazzi, di età compresa tra i 23 e i 26 anni, accusati di violenza sessuale ai danni di una 20enne. Quest’ultima si era presentata la mattina del 5 agosto al pronto soccorso del capoluogo toscano raccontando di aver subito uno stupro di gruppo nella notte tra il 2 ed il 3 agosto sulla spiaggia di Bibbona. Immediatamente i carabinieri avevano avviato le indagini per ricostruire l’accaduto e rintracciare i presunti responsabili, indagini che hanno portato il Gip del Tribunale di Livorno a disporre il provvedimento nei confronti dei quattro ragazzi.
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Dopo oltre quatto mesi di indagini, i carabinieri hanno posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, in esecuzione di un’ordinanza del Gip del Tribunale di Livorno, quattro ragazzi di età compresa tra i 23 e i 26 anni residenti nella Val di Cecina. I quattro sarebbero ritenuti responsabili di una presunta violenza sessuale, avvenuta ai danni di una ragazza di 20 anni nella notte tra il 2 ed il 3 agosto sulla spiaggia di Bibbona. Stando a quanto riporta la redazione di Fanpage, la giovane si era presentata due giorni dopo, il 5 agosto, al pronto soccorso di Livorno affermando di aver subito una violenza sessuale da parte di un gruppo di ragazzi.
Dopo il racconto della 20enne, sono scattate tutte le misure previste dal protocollo al fine di garantire assistenza psicologica e medica alla ragazza. Contestualmente, la Procura del capoluogo toscano ha avviato un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo. Durante le indagini sarebbe emerso, come riporta Fanpage, che i quattro presunti responsabili avrebbero assunto sostanze alcoliche. Inoltre, il 26enne avrebbe rubato gli slip della ragazza, indumento poi fotografato e condiviso su WhatsApp come se fosse un trofeo.
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Tali elementi sono stati raccolti dagli investigatori, come riferisce Fanpage, grazie ad una “una faticosa quanto dolorosa ricostruzione” di quanto accaduto da parte della donna davanti al pm e agli inquirenti.
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