IL GSIM, affiliato ad Al-Qaeda, rivendica l’attacco ai tre soldati francesi morti a Mali lo scorso lunedì.
Il GSIM (Gruppo in Sostegno all’Islam e ai Musulmani), Jnim secondo l’acronimo arabo, la principale alleanza jihadista nel Sahel, accusa la perseveranza della presenza militare francese nella subregione, nonché la politica del governo francese nei confronti dei musulmani di Francia. Presenza che insiste anche nelle caricature sarcastiche di Maometto, la cui pubblicazione è sempre stata difesa dal presidente Emmanuel Macron in nome della libertà di espressione. Per questi motivi oggi, la principale alleanza jihadista nel Sahel, affiliato ad Al-Qaeda, ha rivendicato l’attacco che lunedì, 28 dicembre, è costato la vita a tre soldati francesi. A dare la notizia è stato il Palazzo dell’Eliseo: il veicolo blindato dei tre uomini è stato violentemente colpito da un ordigno esplosivo nella piccola città e comune rurale di Hombori, Mali.
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“Per porre fine all’occupazione francese della regione del Sahel, i vostri fratelli Mujahideen (appartenenti al GSIM) hanno effettuato un’operazione militare contro un convoglio di forze francesi sulla strada tra Gossi e Hombori” – scrive il gruppo sul comunicato stampa rilasciato lo scorso venerdì sulla piattaforma Al-Zallaqa. – “E questa benedetta operazione ha provocato la morte di tre membri dell’esercito di occupazione francese”. I tre soldati appartenevano al primo reggimento di Thierville-sur-Meuse, comune francese situato nel dipartimento di Mosa. Il veicolo ha subito l’attacco nella zona di confine con il Niger e il Burkina Faso. Le tre vittime sono Tanerii Mauri, 28 anni, Quentin Pauchet, 21, e Dorian Issakhanian, 23.
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Con la loro morte, si annovera un minimo di 47 soldati francesi uccisi durante i sei anni di operazioni Serval, nel 2013, e Barkhane, a partire dal 2014.
Fonte: News18
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