Costumi mozzafiato e amori impossibili sono le due maggiori caratteristiche che stanno facendo innamorare della serie tv uscita a Natale su Netflix. Ma cosa c’è dietro questi vestiti che lasciano sognare?
Ambientata nella Londra del 1813 e definita da molti “il Gossip Girl dell’epoca Regency”, Bridgerton ci racconta di amori, segreti, balli, pettegolezzi ed intrighi di corte in un tempo in cui la massima aspirazione di una giovane donna dell’aristocrazia britannica era quella di sposare un buon partito.
A narrare gli accadimenti della città vi è un’anonima e spietata scrittrice, in arte Lady Whistledown che, con ironia e provocazione, svela i pettegolezzi legati alle due famiglie centrali della storia: i Bridgerton e i Featherington.
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L’espressione attraverso un costume
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Ad affascinare lo spettatore sono senza dubbio gli impeccabili costumi, opera della designer newyorkese Ellen Mirojnick, che già abbiamo trovato nel retroscena di The Greatest Showman, Maleficent, Basic Instinct e Fatal Attraction.
Ha affermato di non aver tanto ricercato la rappresentazione esatta degli eccessi dell’epoca vittoriana, quanto di aver voluto attribuire un tocco di modernità ai costumi di una storia di scandali amorosi.
I colori degli abiti delle due famiglie protagoniste di questa storia nata dalla penna di Julia Quinn, sono l’espressione stessa della diversa categoria sociale a cui appartengono: i Bridgerton indossano il blu chiaro con decorazioni verdi e argentate appena visibili e questi dettagli vogliono trasmettere allo spettatore, fin dal primo impatto, l’idea di perfezione, educazione, ricchezza ed apparenza impeccabile.
Lo stesso non può dirsi per la seconda famiglia protagonista, i Featherington, che non appartiene ad un ceto altrettanto nobiliare: questo ci viene trasmesso attraverso l’utilizzo di fantasie più eccentriche, quasi grossolane e sovraccariche di decorazioni floreali.
Quale lavoro si nasconde dietro i costumi della serie Netflix Bridgerton?
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La costume designer ci svela che sono stati preparati ben 7500 pezzi unici e artigianali, perché per le sue realizzazioni ha pensato bene di sovrapporre diverse stoffe ed accessori donando equilibrio ed unicità ad ogni outfit, ed impiegando 5 mesi di tempo per ultimare le sue creazioni.
Prendendo come ispirazione di base disegni e dipinti dell’epoca e tessuti degli anni ’50 e ‘60, Ellen Mirojnick ha poi sfruttato stampi e tecniche contemporanee. Ad esempio, la cucitura è moderna ma realizzata su una silhouette dell’epoca e il convivere di questa dicotomia vecchio/nuovo rende lo stile dei costumi totalmente esclusivo.
A completare l’eleganza e la raffinatezza di questi costumi abbiamo il tocco di Dior, che ha messo a disposizione gli archivi delle prime collezioni e quello di Swarovski, che illumina i look con tiare e gioielli.
Solamente per la protagonista della serie, Daphne Bridgerton, interpretata dall’attrice Phoebe Dynevor, sono stati realizzati 104 abiti diversi che seguono la trasformazione della giovane donna da ragazza ingenua in cerca di marito a donna forte e decisa: vediamo infatti colori candidi che richiamano alla mente i concetti di verginità ed infanzia, prendere tonalità e sfumature più decise man mano che ci addentriamo nella narrazione.
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Tra i personaggi con gli abiti più eccentrici e degni di nota abbiamo la madre Portia, per i cui outfit la designer si è ispirata ad Elizabeth Taylor e Joan Collins, la Regina Carlotta, che rispecchia un personaggio storico realmente esistito e caratterizzato proprio per acconciature vistose ed abiti gloriosi e rigidi e il protagonista maschile Simon Basset, il Duca di Hastings, interpretato da Regé-Jean Page e il cui outfit è stato ispirato dal poeta Lord Byron.
Ellen Mirojnick ha visto al suo fianco la collaborazione della famosa costumista dei corsetti di Thierry Mugler e Jean Paul Gaultier, Mrs Pearl, alla quale è stata affidata la realizzazione dei bustini che cingono e valorizzano i corpi delle nostre protagoniste.
Insomma, la serie Netflix occupa oggi il primo posto della top-ten italiana e i fan già sperano l’annuncio di una seconda stagione. E’ stato duro il lavoro che ha caratterizzato i preparativi di questa prima stagione ma è evidente ed innegabile l’ottima riuscita del progetto più impegnativo di Ellen Mirojnick: qualità artigianale nata dal combinare perizia di particolari, accuratezza storica, modernità, raffinatezza, eccentrismo e romanticismo.