Le terapie intensive, in ben undici regioni, avrebbero quasi raggiunto la soglia critica: primi effetti delle festività natalizie.
Purtroppo, nonostante le misure assunte dal Governo e le norme vigenti nel corso delle festività natalizie, alcuni italiani hanno optato per la strada della dissidenza. Hotel che hanno organizzato cenoni e feste a Capodanno, serate danzanti con 120 partecipanti, famiglie riunite superando il numero consentito.
Tutte queste attività avrebbe portato ad un quadro che Governo e comunità scientifica hanno provato a scongiurare in ogni modo possibile. Si inizierebbe già a parlare di terza ondata e nuova pressione sugli ospedali. Quasi la metà delle Regioni avrebbe raggiunto nei reparti di terapia intensiva la cosiddetta soglia critica.
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Terapie intensive, lo scotto delle festività: undici regioni alla soglia critica
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Purtroppo la curva epidemiologica pare stia mostrando segni di preoccupante risalita. I dati diffusi ieri dal Ministero della Salute destano timore, meno tamponi e più positivi: circostanza che si traduce in un evidente e matematico aumento del tasso di positività. A ciò si aggiunge, come riportato in premessa, anche l’aumento dei ricoveri e la pressione sulle terapie intensive. In undici regioni la soglia di allarme è stata abbondantemente superata.
Un quadro preoccupante come questo richiede decisioni drastiche. È così, quindi, che il Ministro della Salute Roberto Speranza, riporta Leggo, potrebbe decidere di inserire più della metà del Paese in zona arancione. Una sorta di morbido lockdown, agevolato anche dalla modifica dei parametri di collocazione di una regione in una fascia piuttosto che in un’altra. Nello specifico ad essere state indurite le soglie dell’Rt ossia l’indice di contagio. Con le nuove disposizioni, infatti, con 1 si finirà già in zona arancione. Per avere un’idea, ad oggi la Sicilia finirebbe in zona rossa ed il Lazio in zona arancione.
Dall’11 gennaio il Governo si metterà a lavoro sul nuovo Dpcm in vista della scadenza di quello attualmente in vigore in data 15 gennaio. Con ogni probabilità è possibile che l’Esecutivo, riferisce la redazione di Leggo, proceda sulla falsa riga di quest’ultimo.
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Pertanto, a rimanere vigente il coprifuoco e la suddivisione del Paese in zone. Attività operanti nel settore della ristorazione dovranno chiudere alle 18, salvo consegne a domicilio ed asporto. Ancora chiuse palestre e teatri. Con la zona arancione divieto di allontanamento dal proprio Comune, con negozi aperti ma ristoranti chiusi.