Covid-19, secondo la scienza anche la fonetica influenza la trasmissione del virus

Chi usa spesso la consonante “P” trasmette di più il Covid? Secondo una ricerca irlandese sembra un dato quasi accertato in fonetica

Covid-19, anche la fonetica influenza la trasmissione del virus
Cellulare (GettyImages)

I dati dell’ultimo bollettino emanato dal Ministero della Sanità del nostro Paese dice che sono aumentati i soggetti attualmente positivi al Covid che ad oggi ammontano a 572.842 (+2.453). 2.593 i pazienti ricoverati in terapia intensiva mentre i guariti hanno avuto un incremento di 17.040 unità. 483 i morti nelle ultime 24 ore che portano il totale a 78.394 dall’inizio della pandemia.

E mentre l’Rt continua a salire e si discute se far rientrare già da lunedì 11 gennaio alcune regioni in zona rossa, stanno circolando in queste ore i risultati di uno studio pubblicato sull’Irish Journal of Medical Science che parla della trasmissibilità del virus tra le persone.

La ricerca spiega che anche la fonetica influenza questo aspetto, soprattutto da parte di chi ha una marcata pronuncia della consonante “P” che comporterebbe l’emissione di più particelle di saliva e quindi anche del virus.

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In fonetica alcune consonanti influenzano l’immissione di più saliva nell’aria e di droplets

Covid-19, anche la fonetica influenza la trasmissione del virus
Metropolitana (GettyImages)

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Nella ricerca viene analizzato in particolar modo il comportamento di quattro consonanti occlusive – B, D, P, T – in quanto, si legge, “ci sono prove recenti” che fanno pensare come la loro pronuncia marcata possa influenzare anche l’immissione di più saliva nell’aria e di droplets rispetto a quando produciamo altri suoni.

Si tratta comunque di consonanti molto diffuse a livello globale con una frequenza statistica che si aggira tra il 60 e l’80%. I risultati della ricerca hanno mostrato che “la frequenza di occorrenza delle consonanti B, D, T non ha alcuna correlazione con il numero di riproduzione di base del virus”.

La correlazione invece la si evidenzia maggiormente con la P e come “le lingue che utilizzano questa consonante con più frequenza abbiano una maggiore possibilità di trasmettere il virus“.

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Incontro tra amiche (GettyImages)

Alcune lingue come il giapponese infatti, dove queste consonanti occlusive sono meno marcate prevede un’emissione di aria proporzionalmente più tenue rispetto ad altre lingue nell’articolazione delle frasi.

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