Stasera si riunisce il consiglio dei ministri per approvare il Recovery Plan. Intanto il governo sembra essere a un passo dalla crisi.
Una crisi che sembra sempre più vicina quella del governo Conte. Questa sera alle 21,30 si riunisce il Consiglio dei Ministri per approvare il Recovery Plan. Un piano in 171 pagine, 6 missioni, 47 linee di intervento e 4 tabelle: è questa la bozza che questa sera arriverà al Consiglio dei Ministri. Il documento permette di spendere subito, cioè nel 2021, 25 miliardi di euro per gli obiettivi individuati e aumenta le risorse per le competenze di istruzione e digitale. Inoltre ai 222,9 miliardi previsti, vengono poi aggiunti i soldi della programmazione di bilancio 2021-26. Il totale sale così a 310 miliardi. Una cifra grandissima dalla quale il governo si aspetta una “svolta per l’Italia nella programmazione e attuazione degli investimenti” per un Paese che intende essere “protagonista del rinascimento europeo”.
LEGGI ANCHE — Il premier Conte: “Martedì approveremo il Recovery Plan”
Due i possibili scenari per il premier Giuseppe Conte, che valuta l’ipotesi di dimettersi.
LEGGI ANCHE — Italia Viva ancora contro il Governo per il Recovery fund
Questa sera quindi la riunione del Consiglio dei Ministri potrebbe terminare con l’approvazione del piano e le dimissioni delle ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Le loro dimissioni quindi potrebbe portare a una crisi di governo. Sono due le ipotesi che il premier Giuseppe Conte dovrà affrontare. La prima è quella di dimettersi senza passare dal Parlamento, così da evitare la sfida in Senato che porterebbe a una crisi di governo, la seconda ipotesi invece sarebbe quella di affrontare l’Aula e decidere se arrivare o meno a un voto.
Se vuoi essere sempre informato in tempo reale e sulle nostre notizie di gossip, televisione, musica, spettacolo, cronaca, casi, cronaca nera e tanto altro, seguici sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter
Mentre il governo litiga per le poltrone, per l’Italia continua la crisi legata al coronavirus. Intanto il destino del governo va a incrociarsi con la proroga delle norme sull’emergenza entro il 15 gennaio.