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Interviste

10 domande a Luca Pappagallo, da Cookaround a Casa Pappagallo: “Il segreto per il successo in cucina”

Nella video intervista Luca Pappagallo ha risposto alle nostre domande e ci ha spiegato perché le sue ricette piacciono così tanto agli utenti del web

Non ama essere chiamato né chef e nemmeno esperto di cucina. Si definisce semplicemente un cuciniere curioso. Lui è Luca Pappagallo, esperto di fornelli che da oltre 20 anni si dedica alla cucina e alle ricette usando la rete.

Ha iniziato quando internet era ancora un mondo nuovo e tutto da esplorare e da allora non si è più fermato. Lo ha fatto con Cookaround, tra i primi siti dedicati alla cucina in Italia, fin da subito seguitissimo e diventato poi una vera community di appassionati di cucina.

E oggi questo lo fa con Casa Pappagallo, la pagina Facebook che in pochissimo tempo ha conquistato oltre 350 mila like. È qui che ogni giorno Luca prepara piatti buonissimi, golosi e soprattutto facili da replicare direttamente dalla cucina di casa sua.

Luca lo dici spesso, non ti piace essere chiamano né chef, né maestro di cucina ma semplicemente un cuciniere curioso. Cosa vuoi intendere con queste parole e perché le hai scelte?

Non è semplicemente un vezzo. Il mio lavoro è diverso, non sono chef di partita, non sono titolare di un ristorante, sono tutte cose molto lontane da quelle che faccio. Io sono semplicemente una persona, come tutti noi, che cucina a casa. Infatti la mia è una cucina semplice e facilmente replicabile. Ecco perché sono un cuciniere, la curiosità perché sono curioso, mi piace andare a cercare cosa nuove, tradizionali, diverse.

Esattamente, tutti ti amano per la tua semplicità, la tua proposta a portata di tutti, con ricette buone, genuine e facili da realizzare. Era questa la tua aspirazione quando sei partito, arrivare alla gente con semplicità e spontaneità?

Sì assolutamente sì. Io ho sempre detestato chi fa sfoggio delle proprie abilità ma non dà agli altri la possibilità di replicarle. Io sono esattamente nella parte opposta, molto meno forma, non troppo ricercata ma vado sulla sostanza. Quello che è stato un po’ il mio motto da quando ho iniziato: le mie ricette possono essere replicate, anzi fatte meglio.

Quando ti sei appassionato al mondo della cucina e quando hai capito che questa poteva essere la tua strada?

La passione nasce da bambino, a guardare la nonna che cucinava, il piacere, i racconti. Diventato un lavoro, oltre 20 anni fa quando ho creato Cookaround. Inizialmente un po’ per gioco, a quei tempi poi, si sta parlando di un’era geologica fa, non esistevano nemmeno le fotografie, era difficilissimo caricarle. L’idea era perché non facciamo un classico quaderno di cucina e non lo mettiamo a disposizione, perché non facciamo qualcosa di condiviso? Da qui è nata una cosa che si è stratificata piano piano.L’archivio di ricette è cresciuto, la tecnologia si è evoluta, prima con la fotografie, poi i video ecc.. e siamo arrivati ai giorni nostri.

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Cookaround è diventata oltre che uno dei siti di riferimento per la cucina in Italia, anche una grande community sul web. Sei stato veramente un precursore, cosa ti ha fatto accendere la lampadina che ti ha permesso di raggiungere un pubblico che è simile a te? 

È il pubblico che ti sceglie. Se la televisione ti imponeva il personaggio, su internet non succede. Tutto il mio lavoro è passato attraverso il passaparola, cosa che ancora oggi, con tutti i sistemi, è ancora la cosa più potente.

Ti aspettavi tutto questo?

Assolutamente non mi aspettavo tutto questo, è iniziato veramente come un gioco e poi è stata un’avventura travolgente perché abbiamo passato veramente tutte le fasi, dal solo testo, alle fotografie, i video, e poi l’avvento dei social che ha cambiato ancora la realtà. È affascinante tutto questo ma per noi una cosa è stata davvero essenziale nel nostro lavoro: la sostanza. Prima si pensa ad avere un contenuto e poi si pensa a dove può essere messo. Il contenuto è quello che deve tenere tutto incollato ed è quello su cui ci siamo concentrati in tutti questi anni e credo che i risultati ci sono.


C’è stato un momento in particolare in cui hai pensato che il progetto stava funzionando, diventando grande e soprattutto che piace?

No, non abbiamo mai avuto un’esplosione, la nostra è stata una crescita costante. La cosa fantastica poi è rivedere le persone anni dopo, quelle che continuano a seguirti, a commentare e sai di aver creato una base solida che continua comunque a crescere.

È questo quello che ti ha permesso di costruire una grande famiglia che oggi ti segue anche su Casa Pappagallo su Facebook?  Oggi sono quasi 350 mila i mi piace alla pagina. Un secondo e doppio successo?

Esattamente. E posso dire che Casa Pappagallo è molto oltre. I numeri non raccontano bene quello che è in realtà. È nata da pochissimo, è stata una forma di comunicazione diversa nata su YouTube e poi da pochissimi mesi siamo sbarcati su Facebook e oggi oltre 600 mila persone ci seguono ma ogni video nostro difficilmente raggiunge meno di 2-3 milioni di persone. È qualcosa di realmente travolgente e siamo a livello di progetti enormi come può essere Giallo Zafferano per fare un esempio superando lo stesso Cookaround. Questo ti dà la dimensione del fatto che è un progetto che ha avuto una presa grandissima del pubblico perché continua ad essere una versione semplice ed umile e quello che abbiamo detto all’inizio, un cuciniere curioso e non mi spaccio per qualcos’altro.

Cosa è cambiato oggi rispetto a quando hai iniziato? Come si è evoluto il modo di fare cucina e di presentarlo sul web?

Sono cambiate molto le forme di presentazione delle ricette e molti sono andati dietro alla forma. Io sono rimasto molto fedele a quello che dicevo prima, alla sostanza. Bisogna dare un prodotto completo che le persone possono rifare e per me questo rimane, nella sostanza non è cambiato nulla. C’è sempre un profondo rispetto per le persone che mi vedono. Il mio modo di cucinare, credo che si vede dalle imperfezioni, è sequenziale e se ci sono degli errori lo dico. Io mi metto esattamente nella dimensione di chi poi a casa lo deve ripetere. È cambiata molta la forma, con immagini splendide, con video che ti fanno entrare dentro al piatto, questo grazie alle migliorie tecniche, è cambiato il mezzo attraverso il quale si usufruisce di tutto, quasi l’80% degli utenti usano lo smartphone e questo cambia anche la logica nel modo in cui presentare le ricette. Non cambia la sostanza che è sempre la stessa. Io penso sempre “Prima la sostanza e poi la forma”, è il nostro mantra. La forma si può abbellire e migliorare ma senza sostanza non si va da nessuna parte.

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E come si sul dire, non c’è due senza tre. Hai in serbo qualche altro progetto di “aggregazione” in cucina?

Non posso rivelarlo ancora ma sta per nascere una nuova cosa molto affascinante e di “aggregazione” proprio come hai detto tu, sapendo che anche in questo nuovo progetto non cambierà la cosa principale e si andrà molto sulla sostanza sempre sul cercare di fare bene le cose.

In chiusura, quali sono i consigli che daresti ad un giovane che oggi voglia intraprendere la carriera ai fornelli? Quali gli strumenti di cui ha bisogno?

La cosa principale è studiare, e nell’ambito della cucina significa sperimentare e informarsi. Provare, testare, guardare e trovare la propria strada riuscendo a parlare con la propria voce e lo so che è una cosa difficile, in qualunque strada, ma è l’unico consiglio che posso dare. Non bisogna aver paura di essere diversi dagli altri, io l’ho sempre fatto. Ho fatto delle scelte che andavo controcorrente o non avevo risposte ma nella vita ci vuole anche quello, molta perseveranza.

GUARDA LA VIDEO INTERVISTA

FRANCESCA BLOISE 

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