Grazie alla ECO2 sui cibi sarà apposta una nuova etichetta che indicherà l’impatto ambientale che un prodotto ha avuto in fase di produzione.
Tutto ciò che finisce sulle tavole dei consumatori, ha un suo impatto sull’ambiente. Una lezione pressoché chiara. Meno chiaro, però, è il quanto un determinato cibo abbia influito sulla salute del Pianeta. Per sopperire a tale mancanza la ECO2 – sviluppatore di un applicazione molto nota- starebbe lavorando alla elaborazione di una nuova etichetta da apporre sui cibi front-of-pack: una Eco-Score. Su di essa sarà indicato con precisione quanto abbia inciso sull’ambiente il pasto che si sta consumando. L’iniziativa prenderà il via in Francia.
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Per far meglio comprendere al consumatore l’impatto ambientale avuto dal cibo sulla sua tavola, l’Eco-score sarà altamente intuitivo. Ai prodotti verrà assegnato un punteggio da 0 a 100 ed in base al voto ottenuto sarà collocato in una delle diverse fasce caratterizzate da diversi colori e lettere. Da 0 a 20 rosso e categoria E, da 21 a 40 arancione D, da 41 a 60 giallo C, da 61 a 80 verde chiaro B ed infine da 81 a 100 verde scuro A.
Ma come si calcola questo punteggio? L’operazione non è facile. Dietro l’assegnazione, riporta la redazione di Food Navigator, vi è un ampio calcolo, fatto di variabili ed algoritmi e che prende in considerazione il cosiddetto LCA ossia il ciclo di vita di un prodotto. Quest’ultimo, che è il punteggio base, andrà variando con bonus o malus. LCA prende in considerazione il prodotto dalla sua origine, sino alla sua trasformazione finale. Un processo che valuta, quindi, anche le fasi di lavorazione.
Stando al progetto portato avanti da ECO2 a determinare il punteggio saranno anche il packaging e la natura dei materiali utilizzati per gli incarti. Ad esempio, l’utilizzo di quelli non riciclabili faranno calare il punteggio di quasi 15 punti. Ancora, un altro fattore che potrebbe determinare un drastico abbassamento della valutazione potrebbe essere l’influenza su specie in via d’estinzione o l’utilizzo di prodotti che determinano una massiva deforestazione (si pensi all’olio di palma). Meno 10 punti per essi. Ad incidere in particolar modo, ovviamente, anche la stagionalità del prodotto: fragole a novembre? Bocciate.
Questa futura valutazione starebbe già dando grattacapi alle aziende produttrici di carne ed a quelle che lavorano con prodotti esportati, intimorite da una possibile cattiva pubblicità. Quanto ai primi la ECO2 avrebbe rassicurato dicendo che, anche se ben noto quanto la carne influisce sull’ambiente, non è detto che riceveranno un basso punteggio.
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Le carni bianche, quelle avicole soprattutto, non sono così inquinanti. Così come non lo sono di default i cibi provenienti da fuori confine. Dipende, avrebbe detto la sviluppatrice secondo quanto riportato dalla redazione di Food Navigator, sempre da come vengono trasportati.
M.S.
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