Questa mattina è stata indetta una riunione d’urgenza per il Cts: quest’ultimo, convocato su iniziativa delle Regioni, ha fornito ulteriori informazioni in merito alla riapertura delle scuole
Su iniziativa delle Regioni, questa mattina si è svolta una riunione d’urgenza dei membri del Comitato tecnico scientifico. Oggetto della discussione era il ritorno delle scuole alla didattica in presenza, secondo disposizioni che tengano conto della circolazione del virus nelle varie Regioni. Il Cts ha confermato al ministro della salute Speranza quanto previsto dal decreto firmato da Conte: ove possibile, è permessa la didattica in presenza almeno al 50%. Le Regioni, che da tempo si stanno attrezzando a tale scopo, hanno chiesto l’approvazione degli esperti mediante gli interventi di Speranza e Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali.
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Il verbale della riunione del Cts, svoltasi stamani, ha confermato la riapertura delle scuole prevista da Giuseppe Conte, pur parlando di “una significativa differenza tra le realtà regionali“. Gli esperti, dopo aver attentamente valutato la situazione, reputano che il rientro in aula si possa attuare. A patto che si monitori l’Rt e la circolazione del virus all’interno delle singole Regioni.
Ciò nonostante, il Comitato tecnico scientifico ha chiarito “ulteriormente e con convinzione l’importanza del ritorno in classe, come condizione imprescindibile e non più procrastinabile“. Gli scienziati, che ribadiscono la necessità di un ritorno in presenza, hanno dato piena libertà ai governatori: quest’ultimi potranno infatti decidere di posticipare la data del rientro in aula, a seconda della situazione pandemica.
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Al momento, quattro Regioni permetteranno ai loro studenti di tornare in classe domani: si tratta di Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Molise. Mentre Valle D’Aosta, Toscana, Trentino Alto Adige e Abruzzo sono già ripartite, per le altre Regioni la data del rientro è ancora incerta.
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