Il Blue Monday è il giorno più deprimente dell’anno. La verità sul Lunedì Triste? Scopriamola insieme.
Come se avessimo bisogno di un motivo in più per rimuginare sulle difficoltà quotidiane, tirate all’estremo dalla pandemia; oggi, 18 gennaio, è il Blue Monday. Il termine inglese, in italiano Lunedì Triste, indica un particolare giorno di gennaio, solitamente si tratta del terzo lunedì del mese, ritenuto il giorno più triste dell’anno per gli abitanti dell’emisfero boreale. L’infelice concezione di un lunedì che, per definizione dovrebbe invece essere sinonimo di gioia e rinascita della nuova settimana, è stato originariamente reso pubblico all’interno di un comunicato stampa del canale televisivo britannico Sky Travel. Era il lontano 2005 quando il carattere apparentemente negativo dello sfortunato terzo lunedì di gennaio è stato reso pubblico per la prima volta. Il calcolo matematico rientra tuttavia nella sfera della pseudoscienza. Pertanto, l’equazione che lo dimostra è ritenuta priva di fondamento empirico.
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Ti sei mai sentito giù di morale più del solito sin da quando hai aperto gli occhi? Per pura coincidenza, ti potrebbe essere capitato proprio nel Blue Monday, il terzo lunedì del primo mese dell’anno, data in cui tutti noi dovremmo essere più inclini a rimuginare pensieri negativi. Oltre 15 anni sono passati dall’ufficializzazione del Lunedì Triste, avvenuta tramite dichiarazione di Cliff Arnall, psicologo britannico dell’Università di Cardiff, il quale ha dimostrato e reso popolare il Blue Monday attraverso un’operazione matematica piuttosto eccentrica e stravagante.
Secondo lo psicologo, basterebbe fare un’equazione tra le temperature (necessariamente molto basse all’inizio dell’anno), il livello di indebitamento, il salario mensile, il livello motivazionale e il tempo trascorso dal fallimento dei buoni propositi alle capacità di risoluzione dei problemi. In breve, si tratta di un calcolo ovviamente molto soggettivo che tuttavia non ha impedito a Cliff Arnall di installare il Blue Monday nell’inconscio collettivo. Il Lunedì Triste riecheggia ogni anni nella memoria della collettività; ma lo è veramente?
Attualmente, i ricercatori riferiscono che non c’è evidenza empirica sull’effettiva presenza di un un giorno “più deprimente dell’anno”. Il Blue Monday non è altro che una trovata pubblicitaria messa in atto dall’agenzia di viaggi britannica stessa. Sky Travel avrebbe infatti orchestrato una vasta e ingannevole operazione di marketing, sollecitando lo psicologo a promuovere dietro compenso quest’idea che, ribadiamolo, non ha alcuna validità scientifica.
Lo scopo? Incoraggiare i potenziali clienti a prenotare una meritata vacanza: una tendenza ormai radicata nella cultura moderna. Difatti, ogni anno a gennaio, i blog condividono i loro suggerimenti su come le persone possono salvarsi dal malessere psicologico del fatidico giorno più triste dell’anno; l’occasione viene colta al balzo anche da aziende e social media per promuovere la corsa ai consumi dei loro prodotti e servizi di benessere.
“Questo non è il modo giusto per aumentare la consapevolezza dei disagi mentali”, ha riferito il dottor Antonis Kousoulis, direttore della UK Mental Health Foundation per l’Inghilterra e il Galles. Gli oppositori e critici del Blue Monday hanno puntato il dito contro la campagna commerciale poco etica, secondo cui la depressione clinica è essenzialmente legata a cause esterne e incidentali e il suo superamento, altrettanto facile, con il semplice acquisto di beni, quali la prenotazione di un box vacanze o una casa su una spiaggia assolata. “Affermare che questo singolo lunedì è il giorno più deprimente dell’anno, senza alcuna prova scientifica, è solo una banalizzazione del malessere psicologico. E la depressione” – continua l’esperto in sanità pubblica – “è una cosa seria.”
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“La depressione non è un fenomeno di un solo giorno”, ha detto Shah. “Questo disturbo psichico è una sindrome clinica che perdura da almeno due settimane, per la maggior parte della giornata e per la maggior parte dei giorni durante un lungo arco di tempo”.
Fonte BBC
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