L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha pubblicato un rapporto nel quale ha svelato quella che, a suo avviso, è la chiave per poter frenare il cambiamento climatico.
Continua inesorabile a dispiegare i propri effetti del climate change. Aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, ecosistemi scardinati sono tutte cause ed effetti allo stesso tempo che traggono origine dalla crisi climatica. A determinarne il progressivo avanzare di certo le attività antropogeniche. Proprio eliminandone una massiva ed altamente inquinante, l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ritiene che potrebbe frenarsi il fenomeno.
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Cambiamento climatico, l’IEA ritiene di aver scoperto la soluzione al problema
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Per l’IEA riducendo il metano si potrà porre un freno alla crisi climatica. Questo quanto affermato all’interno di un suo recentissimo rapporto in cui si sottolinea come la riduzione di emissioni generate dalle attività di lavorazione di petrolio e gas sia la chiave per calmierare il problema.
Il metano, come noto, è un elemento altamente inquinante che considerato su un lungo periodo di tempo incentiverebbe il surriscaldamento globale ben ottantaquattrovolte in più della CO2. Stando a quanto riporta la redazione dell’Environment Journal, l’Agenzia ritiene che il comparto petrolifero, solo nel 2020 avrebbe emesso 70 Mt di metano. Per tale ragione, la soluzione sarebbe una: i Governi dovrebbero porre in cima alle loro agende azioni mirate e specifiche che tendano ad esigere maggior trasparenza sulla comunicazione dei dati. Inoltre, vi sarebbe bisogno di norme più stringenti per poter limitare il fenomeno.
L’IEA ha effettuato una proiezione che a suo avviso, per avere dei valori accettabili, dovrebbe vedere un drastico calo delle produzioni di metano, sino ad arrivare a circa 20 Mt nel 2030. In sostanza si tratterebbe di un drastico calo rispetto ai dati attuali.
In numerose realtà, purtroppo, non si è sufficientemente informati circa i rischi per l’ambiente derivanti dal metano. Sarebbe questo un altro punto su cui le Nazioni dovrebbero battere, sulla sensibilizzazione al tema.
All’interno del rapporto sono stati individuati dieci punti salienti da cui si dovrebbe partire per strutturare degli assetti normativi efficaci. A partire dalla miglior comprensione del quadro generale, passando per la stesura di appositi piani per le emissioni e finire con un costante aggiornamento delle politiche adottate.
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Si istituirà, quindi, una tabella di valutazione dove le emissioni da parte delle produttrici saranno valutate in base a tre parametri. Questi saranno l’intensità, il monitoraggio e le consuetudini aziendali.