A quasi 27 anni dalla morte di Massimo Troisi, la “sua” Procida diviene Capitale della Cultura 2022. Una curiosità sul film che la immortalò in tutta la sua bellezza.
Risale proprio a qualche ora fa la scelta di Procida come Capitale della Cultura 2022. Una decisione che certo non mette d’accordo tutti (la competizione si fa di anno in anno più serrata), ma che sicuramente fa sorridere molti. Procida, con le sue casette colorate ed i vicoli stretti, il mare trasparente come vetro finissimo, è a tutti gli effetti un paradiso naturale dove il tempo sembra essersi cristallizzato. Proprio qui, nei pressi di una piazzetta che adesso porta il suo nome, Massimo Troisi realizzò il suo testamento cinematografico, una pellicola di rara bellezza, che gli valse un Oscar postumo come Miglior Attore protagonista.
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Massimo Troisi, l’Oscar mai ritirato che fece grande la “sua” Procida
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È con Il Postino che Troisi salutò ufficialmente il mondo del cinema, spegnendosi poco prima della fine delle riprese. La pellicola narra la storia di un postino incaricato di consegnare la posta a Pablo Neruda (Philippe Noiret) ed innamorato di una bellissima isolana (Maria Grazia Cucinotta) e si svolge interamente nella piccola isola di Procida. Qui, affacciato su un porticciolo, si trova ancora oggi il ristorante dove Massimo Troisi soleva pranzare e che reca proprio il nome del film.
Il Postino fu candidato a ben cinque Oscar, tra cui quello per il Miglior Attore protagonista, poi assegnato a Troisi. Al momento della consegna, tuttavia, l’attore era già morto. La sua è stata solo la quarta assegnazione postuma nell’intera storia degli Oscar.
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Una curiosità: proprio a causa della sua malattia, Troisi si trovò impossibilitato a girare le ultime scene del film. Queste furono realizzate da una controfigura, che ancora oggi parla di lui come un uomo buono, il cui supporto non venne mai meno.