Giorgio Cantarini, che interpretava il figlio di Roberto Benigni ne “La vita è bella”, oggi ha un ruolo inedito: l’operatore in un call center Covid.
Giorgio Cantarini a soli 5 anni è stato l’indimenticabile protagonista di una delle pellicole più famose del cinema italiano, “La vita è bella”. Oggi l’attore di anni ne ha 29, e di fronte all’emergenza sanitaria si reinventa e racconta la sua esperienza come operatore in un call center che raccoglie le segnalazioni di chi risulta positivo al coronavirus.
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Cantarini: “Cercherò di dare una mano e fare il meglio che posso”
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“Una parte della mia famiglia è già impegnata nella sanità – spiega Cantarini – È un lavoro soltanto momentaneo. Ma in questo periodo tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per poter guadagnare qualcosa e così ho fatto anche io. Inoltre in questo modo sento anche di poter fare qualcosa di utile per gli altri. Cercherò di dare una mano e fare il meglio che posso”.
Anche il fratello Lorenzo, cantante e chitarrista del gruppo Dear Jack, si è impegnato a lavorare per la Protezione Civile. Sono insieme nel Team operativo per il coronavirus (Toc) di Viterbo, l’unità che si occupa di segnalare i casi positivi nella provincia laziale ed avvisare i loro contatti, in modo tale da frenare la diffusione del contagio ed evitare focolai.
Dopo l’esordio nel film premio Oscar diretto da Roberto Benigni, in cui interpretava il dolcissimo Giosué, Giorgio Cantarini non ha abbandonato il cinema. Nel 2000 è stato il figlio di Russel Crowe ne “Il Gladiatore”. Ha continuato a lavorare e a studiare recitazione, prendendo il diploma al prestigioso Centro sperimentale di cinematografia a Roma.
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In questo momento anche lui deve fare i conti con le difficoltà del settore dello spettacolo, uno dei più colpiti dalla pandemia, per via delle chiusure imposte dal Governo. “Per gli artisti è un momento difficile – spiega Cantarini – bisogna arrangiarsi. E se ci si riesce dando anche una mano nella battaglia contro il Covid-19, è ancora meglio“.