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Esteri

Rimosse nel centro storico due statue legate alla schiavitù coloniale

Il Regno Unito mette in discussione il suo passato coloniale e intende sostituire i monumenti commemorativi con altre opere d’arte. 

Questo venerdì, 22 gennaio, Londra ha annunciato la rimozione definitiva di due statue situate nel centro storico. La prima scultura è quella di William Beckford (1709-1770), l’ex sindaco di Londra che aveva costruito la sua fortuna, basando il suo successo sulle piantagioni di zucchero in Giamaica. La seconda opera smantellata è invece quella che ritrae il deputato John Cass (1661-1718), capo della Royal African Company, noto per il suo spiccato impegno nell’ambito della tratta degli schiavi.

Secondo il leader politico della città, Catherine McGuinness, citata dalla Reuters, le attività di demolizione dei monumenti commemorativi dell’era coloniale dovrebbero significare l’avanzamento del Regno Unito “verso una città sempre più diversificata e favorevole all’integrazione.” Una decisione non immotivata. Non a caso, a seguito delle vive proteste di Black Lives Matter durante il 2020, è stato istituito un gruppo contro la discriminazione e lo stigma razziale. Gli attivisti dell’associazione hanno lanciato l’invito al governo col fine di favorire la rimozione delle statue relative allo sfruttamento coloniale.

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L’installazione delle nuove opere d’arte

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“La tratta degli schiavi ha macchiato la nostra storia” – dichiara Caroline Addy, co-direttrice della task force (TF) londinese contro i pregiudizi razziali- “e promuovere chi ne ha beneficiato, elevandolo su un piedistallo non è all’altezza di una città moderna e multietnica.” Pertanto, l’invito di smantellamento da parte degli attivisti è stato accettato a seguito della votazione dello scorso giovedì. L’approvazione della decisione arriva pochi giorni dopo l’annuncio normativo da parte del governo britannico.

Le nuove regole promuovono la rimozione dei monumenti storici solo dopo previa consultazione locale, possibile solo “in circostanze eccezionali” . “Non possiamo e non dobbiamo cercare di riscrivere o censurare il nostro passato” – aveva precisato Robert Jenrick, ministro responsabile delle comunità – “Ciò che è stato eretto per generazioni […] non può essere rimosso per un capriccio.”

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Attualmente, la città londinese ha in progetto la sostituzione delle sculture inneggianti i capi del colonialismo con altre opere d’arte, insieme a un nuovo memoriale relativo alla tratta degli schiavi.

Fonte Le Monde

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