A quasi sette anni dal caso di Marco Vannini arriva una nuova richiesta da parte dell’assassino, sono stati presentati due ricorsi
Il 30 settembre 2020 la sentenza di appello bis riguardo all’omicidio di Marco Vannini, avvenuto a maggio 2015, ha condannato la famiglia Ciontoli. Antonio, il presunto assassino a quattordici anni di carcere mentre il resto della famiglia a nove anni e quattro mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. Oggi a distanza di mesi, il signore Ciontoli ha una richiesta da fare alla Cassazione, che nel prossimo appello confermerà o meno la sentenza precedente. I suoi avvocati infatti hanno presentato due ricorsi.
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Nello specifico sono stati presentati due ricorsi, per un totale di circa 80 pagine, uno per Antonio Ciontoli e un altro per i suoi familiari. In entrambi viene chiesto ai giudici di verificare la questione di legittimità costituzionale dei reati contestati. L’assassino e i suoi complici non si arrendono e in questa nuova, e forse ultima, fase giudiziaria la famiglia Ciontoli ha nominato un nuovo avvocato, il penalista Gian Domenico Caiazza, che lavorerà insieme ai due legali Messina e Miroli che li hanno sempre difesi. “Quale vantaggio avrebbe mai potuto avere il signor Ciontoli e i suoi familiari dalla morte di Marco – si chiedono i suoi legali nel ricorso – considerando che se fosse sopravvissuto avremmo parlato di lesioni e non di omicidio?
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Nello specifico gli avvocati dell’assassino contestano l’attribuzione del dolo eventuale piuttosto che la colpa cosciente e la descrizione della condotta omissiva successiva all’esplosione del proiettile.