Pronta la diffida contro Pfizer per i ritardi sulla consegna dei vaccini. Per il premier Conte “tagli inaccettabili”. L’Ue convoca AstraZeneca. Scontro sulla ripartizione alle Regioni fra Arcuri e De Luca
Le case farmaceutiche che producono i farmaci anti-Covid diffusi in Italia, Pfizer e AstraZeneca, rimandano le consegne e quindi bisognerà ricalcolare gli obiettivi previsti. Il premier Conte definisce “inaccettabili i tagli annunciati”. Già lunedì il Governo agirà contro Pfizer, con tre azioni legali: una diffida per inadempimento e un esposto ai pm per potenziale danno alla salute, e una richiesta al foro di Bruxelles.
Il governo ha quindi convocato le Regioni per aggiornare il piano vaccini presentato dal ministro della Salute al Parlamento il 2 dicembre. Le prime dosi di Astrazeneca, se il vaccino avrà il via libera dell’Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. Secondo il piano nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi, cifra che – a causa dei ritardi – non sarà possibile raggiungere. Si calcola infatti che per la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni: la metà di quanto previsto. Astrazeneca ha infatti confermato un taglio del 60% della sua fornitura. Vista la situazione, l’Unione Europea ha convocato AstraZeneca. I responsabili dell’azienda lunedì dovranno presentarsi all’Ue con un nuovo programma per pianificare le consegne e accelerare la distribuzione.
Tuttavia, non dovrebbe essere rimesso in discussione l’obiettivo prioritario, cioè vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici. In tutto quasi 7 milioni di italiani. I ritardi interesseranno le altre categorie: gli oltre 13 milioni di italiani tra i 60 e i 79 anni, i circa 7 milioni con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali, ossia insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.
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Ma proprio durante l’ultimo incontro fra Governo e Regioni è emersa tutta la tensione per la ripartizione dei vaccini. In serata duro scontro tra il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. De Luca ha ribadito che ci sarebbe una mancanza di equilibrio nella distribuzione dei vaccini previsti dal piano nazionale in Campania. De Luca ha ribadito che il parametro principale dovrebbe essere il numero di abitanti della Regione, accusando il Governo di penalizzare la sua regione. Un’accusa che ha infastidito il commissario Arcuri, che pare abbia risposto adirato, ricusando le accuse, pur mantenendo toni “civili”.
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Una situazione emergenziale piena di incognite, per cui il governatore del Veneto, Luca Zaia, presente all’incontro, ha suggerito che “qualora vi sia un via libera di Ema ai vaccini russo o cinese si possa ricorrere anche a questa soluzione”.
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