Una giovane e brillante studentessa universitaria è morta ad agosto cadendo da una scogliera: l’agghiacciante ricostruzione al processo.
Era brillante e popolare tra i colleghi, la studentessa 21enne deceduta ad agosto e sulla cui morte si è in corso un processo. La ragazza, dopo una serata con gli amici, sarebbe caduta da una scogliera forse per una disattenzione. Sulla sua morte indaga la Polizia che pare abbia appreso la dinamica dell’accaduto proprio da chi si trovava con lei in quel tragico momento.
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Si chiamava Simone Norowzian, la studentessa che, nella notte a cavallo tra il 27 ed il 28 agosto scorso, è deceduta dopo essere precipitata da una scogliera di Margate, in Inghilterra. Stando a quanto riporta la redazione del Sun, la ragazza aveva trascorso la serata insieme ad un gruppo di amici. Non si sa per quali ragioni avrebbe scavalcato una ringhiera e poi sarebbe caduta nel vuoto.
Ad assistere alla scena un amico, il quale ha testimoniato nel corso del processo celebrato per appurare l’esatta dinamica dei fatti. Il giovane avrebbe dichiarato di aver sentito un urlo breve ed acuto, durato pochissimi istanti. Immediatamente sarebbero stati chiamati i soccorsi che intorno alle 4 del 28 agosto avrebbero rinvenuto in mare il corpo della ragazza, morta sul colpo dopo aver battuto violentemente la testa.
Il ragazzo avrebbe proseguito affermando che quella tragica notte, lui, Simone ed altri amici si erano ritrovati in un pub per festeggiare. Qui avrebbero fatto un gioco molto popolare tra i più giovani: Obbligo o Verità. Stando a quanto riferisce il Sun, il testimone avrebbe riferito che l’amica era visibilmente ubriaca, ma che prima di rientrare a casa avrebbe voluto fumare una sigaretta. Ai giudici avrebbe rivelato che Simone era una decina di metri davanti a lui quando avrebbe scavalcato la recinzione: inutili i suoi tentativi di avvisarla del pericolo. La ragazza pensava che da li avrebbe potuto raggiungere la spiaggia, ma quel piccolo corridoio di erba era solo un trampolino nel vuoto.
Dopo aver fermato un’auto per chiedere aiuto il ragazzo sarebbe corso nel lido sottostante la scogliera per cercare l’amica, ma era troppo buio.
La famiglia della giovane ora si sta battendo affinché accadimenti del genere non si verifichino più, perché la morte di Simone, a loro avviso, era evitabile. La sorella avrebbe detto, infatti, che la responsabilità sarebbe attribuibile all’amministrazione soprattutto perché quella zona era priva di illuminazione.
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Non si è fatta attendere la risposta delle Autorità. Quest’ultime hanno sottolineato come in quella zona sia stata appositamente installata un’alta barriera che rispetta gli standard di sicurezza. Inoltre, riporta il Sun, il Consiglio cittadino avrebbe affermato come invece l’illuminazione era presente.
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