Gli operatori dello sport accettano le proposte per accelerare le riaperture: “Sì al certificato di vaccinazione anti-Covid per chi si vuole allenare in palestra”
I proprietari di piscine e palestre sono d’accordo: se il cosiddetto “passaporto vaccinale” – cioè il certificato di vaccinazione anti-Covid – diventerà obbligatorio per potersi allenare, loro saranno i primi a chiederlo ai propri clienti. Gli operatori del settore sportivo sono stati fra i più colpiti dalle chiusure imposte dal governo. Con le serrande abbassate da quasi un anno e ancora nessuna certezza sui tempi delle riaperture, ecco che l’idea del passaporto vaccinale si fa sempre più concreta.
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Favorevole è anche l’Anis, Associazione nazionale impianti sportivi. Ai microfoni della Gazzetta di Parma, il presidente Giampaolo Duregon tira le somme e dichiara: “In questi mesi abbiamo perso 7 miliardi di introiti. Il passaporto vaccinale? Crediamo che sia la soluzione che ci porterà fuori dai guai. Abbiamo proposto di usare le nostre sedi per la certificazione. Consideriamo però che i nostri frequentanti sono giovani, sono le persone che faranno il vaccino per ultime. Bisognerebbe mettere due cose insieme: incentivare la certificazione del vaccino, ma permettere anche agli altri (che ancora non l’hanno ricevuto) con mascherine e quant’altro di poter frequentare le palestre”.
“Chiudere le palestre è stato un errore, ben venga il passaporto vaccinale”: lo dice anche Marco Bisciaio, referente nazionale Parkour-Federazione Ginnastica d’Italia, al quotidiano Messaggero. Dello stesso parere Paolo Barelli, presidente Federazione Italiana Nuoto, che parla a nome delle piscine: “Il passaporto vaccinale sarebbe certamente un bel mezzo per riaprire le attività”.
Tanti gli amanti delle varie discipline che desiderano tornare a cimentarsi col proprio sport preferito. Come racconta Giorgio Averni, presidente del circolo Antico Tiro a Volo a Roma: “Ricevo continuamente telefonate di persone che vorrebbero poter accedere agli impianti sportivi. Nonostante sappia bene quanto sarebbe importante e utile, sono costretto a dire no”. La sicurezza e la salute vengono prima di tutto: “Occorre che ci siano i vaccini – ribadisce Averni – Stando alle stime dei tecnici, forse per luglio avremo una percentuale alta di vaccinati. Temo, però, che a quel punto molte piscine saranno fallite. Lo sport non è solo quello dei grandi campioni, è un elemento essenziale per il benessere psicofisico delle persone. Mi pare che questo sia stato dimenticato dalla politica“.
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È il fattore economico a preoccupare la maggior parte dei tantissimi addetti del settore sportivo, che ormai sono disposti ad accettare ogni compromesso. “Da cittadina ammetto che il passaporto vaccinale mi pare una forzatura – analizza Laura Filipponi, responsabile Lungotevere Fitness – perché tocca la privacy. Ma è benvenuto se serve per far ripartire le attività, che ormai, in molti casi, sono al collasso economico e psicologico. Siamo chiusi da un anno e, con il Decreto Ristori, abbiamo ricevuto 4.000 euro e poi altri 2.000. Una somma insufficiente a coprire le spese. C’è chi non se ne cura e va avanti non pagando. E c’è chi, non riuscendo a mantenere gli impegni presi, giunge a gesti estremi“.
Secondo Marco Bisciaio inoltre: “Lo sport rafforza le difese immunitarie ed è importante pure a livello psicologico. Inoltre, le varie strutture hanno lavorato per mettere in sicurezza i locali. Ci sono bimbi tra i 5 e i 7 anni, ad esempio nella ginnastica artistica, che stavano facendo attività preparatoria all’agonismo. Se non consentiamo loro di farla per un anno o due, i risultati li vedremo tra un paio di Olimpiadi. In altri Paesi, la preparazione è andata avanti”.
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Ma anche la sicurezza di tante donne è a rischio. Già, perché oltre ai corsi di fitness, anche quelli di difesa personale sono stati sospesi.
“Sì al passaporto vaccinale e agli strumenti per riaprire in sicurezza. Da quando sono state chiuse le palestre, abbiamo dovuto sospendere l’insegnamento delle tecniche di difesa personale. Le violenze però non si sono fermate, anzi, l’isolamento in casa ha peggiorato molte situazioni”, avverte Deborah Carravieri, istruttrice di Difesa Donna.
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