A causa del cambiamento climatico sono aumentati i fenomeni metereologici estremi: bilancio di morti devastante negli ultimi 20 anni.
In Natura tutto è circolare: le cause si mischiano agli effetti e ciò che oggi rappresenta un problema è solo frutto di un fenomeno critico precedentemente verificatosi. Funziona così anche la macchina del cambiamento del climatico, generato da attività antropiche i cui riverberi agiscono sulla specie umana. È il caso dei fenomeni metereologici estremi che nell’arco dell’ultimo ventennio hanno mietuto ben 500mila vittime.
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Cambiamento climatico e fenomeni metereologici estremi: il bilancio delle vittime
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Che la Natura ormai si sia rivoltata contro l’uomo è evidente. La mancanza di rispetto e soprattutto la noncuranza nei suoi confronti ha portato all’acutizzazione di fenomeni letali. Negli ultimi vent’anni le manifestazioni di condizioni metereologiche estreme hanno inflitto un duro colpo alla specie umana. Ben 500mila le vittime, riporta la redazione di AlJazeera e la maggior parte di esse registratesi nei Paesi in via di sviluppo. Secondo la comunità scientifica questa incidenza sarebbe stata dettata dal minor numero di investimenti nelle zone più svantaggiate del Pianeta.
Inondazioni, tempeste, aumenti delle temperature sono stanno letteralmente schiacciando le Nazioni meno avanzate. Il dato emerge dall’ultimo vertice sul clima all’esito del quale è stato reso noto che in questi venti anni ben 11mila sarebbero stati gli eventi catastrofici e che il maggior numero di vittime legati ad essi sarebbero stati in Porto Rico, Myanmar e Haiti.
In ballo chiamato il noto Accordo di Parigi del 2015, in forza del quale le Nazioni con maggiori disponibilità sul fronte economico avrebbero dovuto versare ogni anno 100 miliardi di dollari in favore dei Paesi meno abbienti. In realtà dal vertice è emerso che le somme erogate sono state di molto inferiori.
Con meno risorse, è evidente che questi Paesi si trovano a dover far fronte alle emergenze con una scarsità di mezzi tale da determinare un notevole numero di decessi, maggiore rispetto a tutte le altre zone del Mondo. Pare che dallo scorso anno, alcune Nazioni abbiano deciso di (tornare) ad onorare l’accordo, ma per conoscere se effettivamente sarà così bisognerà attendere.
Resta, nelle more, la preoccupazione soprattutto per Paesi più esposti come Mozambico e Zimbawe, riferisce AlJazeera. Sarebbero, infatti, le Nazioni più colpite dai fenomeni estremi nel 2019 in particolare dal ciclone Idai. Sempre il Mozambico la scorsa settimana avrebbe patito gli effetti di Eloise una tempesta che ha distrutto numerosi edifici e arrecato ingenti danni alle infrastrutture. A sfuggire all’analisi gli USA, invece, i quali non avrebbero comunicato correttamente i dati relativi al 2019.
Il fenomeno purtroppo, ribadiscono gli esperti, è degenerativo. Ciò significa che andrà man mano peggiorando con aumenti di temperature graduali che porteranno con ogni probabilità al raggiungimento della soglia critica dei +2°C.
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Una recente ricerca, condotta dall’agenzia CARE, avrebbe sottolineato l’importanza degli investimenti sul clima nei Paesi in via di Sviluppo e di come questo denaro, sino ad oggi, nonostante l’accordo di Parigi non sia mai giunto nelle casse delle Nazioni svantaggiate.
M.S.