Sebbene sia stata negata la possibilità al pubblico di presenziare al Festival di Sanremo, la platea dell’Ariston non rimarrà vuota e i teatri insorgono
Si è discusso molto se fosse possibile e accettabile accogliere il pubblico all’interno dell’Ariston in occasione del Festival di Sanremo. Pochi giorni fa è arrivata la conferma da parte del prefetto di Imperia che, in accordo con la Rai, ha comunicato che il pubblico non ci sarebbe stato. Quello pagante, almeno. Infatti sembra che la platea dell’Ariston non rimarrà comunque vuota e che la Rai sia alla ricerca di figuranti. A molti è sembrato un modo per aggirare il problema e in particolare i teatri sono insorti dichiarandola un’ingiustizia.
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La rivolta dei teatri: “Se Sanremo si fa noi riapriamo”
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“Siamo stati alle regole, nonostante tutti i teatri siano indignati. Però con Sanremo non ci stiamo, questa è discriminazione politica“. A parlare è Davide Livermore, il direttore del Teatro Nazionale di Genova che si è voluto fare portavoce del settore. Attualmente infatti il DPCM in vigore fino al prossimo 5 marzo vieta gli spettacoli pubblici, eppure il Festival prenderà il via martedì 2 marzo. A questo punto gli addetti ai lavori si chiedono perché a loro non venga permesso di fare lo stesso, ovvero mettere in scena spettacoli dinnanzi a un pubblico di figuranti.
“Assisteremo a Sanremo con il pubblico in sala? Allora noi apriremo i teatri“, afferma Livermore proponendo la stessa soluzione attuata per l’evento televisivo. Le regole devono valere per tutti, sottolinea il direttore, soprattutto quando milioni di persone si ritrovano ancora senza lavoro dopo quasi un anno dall’inizio della pandemia.
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“Ogni comparsa potrebbe fare una donazione al teatro, che sarà il costo del biglietto. E tutti saranno tamponati“. Una richiesta certamente lecita e alla quale dovranno rispondere i diretti interessati se il Festival di Sanremo andrà effettivamente in onda in un Teatro Ariston colmo di persone.