La morte di Tiziana Cantone, avvenuta dopo la diffusione dei suoi video hard, era sempre stata considerata un suicidio. Ma l’analisi del suo cellulare desta sospetti e la Procura di Napoli apre un’indagine: potrebbe essere omicidio
Tiziana Cantone, 31enne di Mugnano di Napoli, è morta nel 2016, dopo la diffusione online di alcuni suoi video hard privati, senza il suo consenso. Finora si riteneva che la giovane si fosse tolta la vita, ma oggi sono emerse nuove, sconcertanti prove che fanno ricredere gli inquirenti. In particolare destano sospetti gli accessi effettuati dal cellulare della donna dopo la sua morte, mentre il telefono era già in stato di sequestro.
Sebbene le indagini di carabinieri e magistratura abbiano finora indicato che si trattasse di suicidio, la famiglia di Tiziana non ha mai smesso di cercare prove per ottenere giustizia. Stamattina l’avvocato Salvatore Pettirossi, legale di Maria Teresa Giglio, madre della vittima, ha depositato nuovi elementi probatori che gettano nuova luce sulla vicenda.
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Secondo i rilievi effettuati da Emme Team, gruppo di legali ed esperti informatici, ci sarebbero delle incongruenze negli accessi online del cellulare della vittima. L’Iphone era stato sequestrato al momento del ritrovamento del corpo di Tiziana. Gli inquirenti però avevano dichiarato di non essere riusciti a controllarne subito i contenuti per via del codice pin.
A quanto dichiara Emme-Team però, non andò affatto così: qualcuno si collegò da quel cellulare per navigare su internet mentre era già sotto custodia. Ma non solo: tre giorni dopo la morte, si è registrato un ulteriore accesso alla rete del cellulare di Tiziana. Un altro inquietante dettaglio che è emerso dalle analisi di Emme Team riguarda la posizione dell’ex fidanzato di Tiziana, l’uomo accusato di aver diffuso i suoi video hard per ripicca. Secondo i tabulati telefonici, il cellulare dell’ex “era accesso e funzionante a pochi metri dall’abitazione vittima”, quando il corpo di Tiziana era appena stato ritrovato e i Carabinieri facevano i primi rilievi.
La Procura di Napoli Nord aveva già aperto un fascicolo per frode processuale, in merito alla cancellazione dei dati contenuti nel cellulare e nel tablet di Tiziana quando erano sotto sequestro. Insieme alle prove acquisite negli ultimi mesi – fra cui nuove tracce di Dna maschile sulla sciarpa che Tiziana avrebbe usato per togliersi la vita – la gravità degli elementi raccolti dai periti informatici e dai legali oggi hanno indotto la Procura ad aprire un altro fascicolo: l’ipotesi è di omicidio.
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La madre della vittima, Maria Teresa, aveva sempre dubitato del suicidio e aveva più volte sostenuto: “Mia figlia non si è uccisa da sola”. E in questi anni aveva continuato a lottare affinché non ci fossero più vittime di revenge porn. Spetterà adesso al sostituto procuratore Giovanni Corona, che si occupa del caso, fare finalmente luce sugli ultimi attimi di vita di Tiziana Cantone.
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