Il caso delle mascherine U-Mask a Striscia la Notizia: Moreno Morello illustra tutte le anomalie sul dispositivo di protezione e sull’azienda
Il programma Striscia la Notizia è sempre attento a segnalare nuove tematiche scottanti e fatti del giorno che potrebbero interessare la cittadinanza. Negli anni sono stati uno specchio che ha riflettuto problematiche spesso non considerate da Governo e istituzioni, ma anche ad opera di furbetti o attività poco lecite.
Lo scandalo delle mascherine U-Mask è stato trattato nella puntata di ieri del programma satirico di Canale Cinque. Al momento sul caso indaga la Procura di Milano che ha ipotizzato il “reato di frode nell’esercizio del commercio nei confronti dell’amministratrice della società che detiene il marchio per l’Italia”, ma molti sono già i clienti che stanno protestando contro la società produttrice.
“La mascherina prometteva protezioni paragonabili a FFP2 e FFP3, ora come per magia queste diciture sul sito sono sparite. La spedirò indietro” riporta un commento di un utente infastidito direttamente sul sito dell’omonima società.
Lo sdegno dei clienti è scaturito dal fatto che in tanti hanno creduto di acquistare al costo di circa 35 euro un dispositivo di protezione individuale valido ma in realtà la reale utilità, in termini di filtraggio, di queste mascherine U-Mask è pari a quelle delle mascherine chirurgiche da 50 centesimi.
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Le segnalazioni degli utenti hanno smosso anche gli alti vertici sanitari. Dopo l’avvio delle indagini della procura meneghina e le analisi di laboratorio mostrare in diretta da Striscia, le proteste verso l’azienda fornitrice sembrano essere esplose.
Moreno Morello ha mostrato come sul sito dell’azienda fossero fornite informazioni contradditorie che potevano davvero portare il consumatore finale a pensare che la protezione delle mascherine fosse paragonabile a quella delle sicure FFP2 e FFP3.
Anche “Il Ministero della Salute, preso atto della documentazione e delle prove tecniche effettuate sulla mascherina, ne ha disposto l’approvazione”, scriveva la diretta interessata sempre sul sito. Anche se lo stesso Ministero ha poi smentito tutto: “La pubblicazione dei dati non configura alcuna forma di approvazione da parte del Ministero della Salute”.
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A confermare la contraddizione è stato anche Renato Carraro, consulente impiegato proprio da U-Mask che ha effettivamente confessato: “La registrazione sul sito del Ministero non è validazione di alcunché. È solo un registro pubblico”.
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