Un violento ciclone tropicale si è abbattuto sulle Fiji: morta una persona, cinque dispersi tra cui un bambino di 3 anni.
Una tempesta di categoria due, si è abbattuta sulle Fiji. Il ciclone Ana, si è spinto violentemente sulla costa sino a devastare interi villaggi provocando innumerevoli ed ingenti danni. Attualmente il bilancio parla di un morto e cinque dispersi tra cui un bambino molto piccolo. A causa delle inondazioni sono state sfollate oltre 7.500 persone.
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Il ciclone Ana si sarebbe abbattuto con inaudita violenza sulle coste delle Fiji. Con un vento giunto alla velocità di 140 km/h avrebbe sradicato alberi, scoperchiato tetti, e distrutto numerose infrastrutture. Per non parlare delle intense piogge, portate dalla tempesta, che avrebbero provocato inondazioni su tutto il territorio.
Un evento meteorologico estremo che avrebbe arrecato danni non soltanto a cose, ma che avrebbe mietuto anche una vittima. Si tratterebbe di un uomo di 49 anni che sarebbe annegato. Purtroppo ad oggi cinque persone, riporta la redazione di Nst citando il National Disaster Management Office (NDMO), sarebbero ancora disperse: tra queste un bambino di 3 anni. Ad essere evacuate dalle proprie case oltre 7.500 persone che adesso si trovano negli appositi centri di evacuazioni.
Secondo quanto riferiscono i media locali, il piccolo ora disperso pare che al momento della tempesta fosse in compagnia del nonno, un pescatore, il quale era andato a controllare la sua barca rimasta impigliata nelle mangrovie.
Un atteggiamento, quello di ignorare gli avvertimenti delle autorità in situazioni critiche come queste, che Vasiti Soko del NNDMO ritiene inaccettabile. Più e più volte, infatti, le Autorità avrebbero invitato la popolazione a rimanere a casa quando si registrano tali tempeste ed evitare di spingersi all’avventura. “Siamo nel bel mezzo di un ciclone con inondazioni diffuse in tutto il paese, eppure continuiamo a ricevere segnalazioni di adulti e bambini che vagano per le strade“, ha affermato Soko stando a quanto riporta Nst.
“Dovrebbero essere a conoscenza della situazione rischiosa in cui pongono loro stessi ed i membri delle forze di polizia delle Fiji che poi devono sopraggiungere per salvarli quando si verifica un incidente“, avrebbe chiosato Soko.
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Purtroppo nelle Fiji, già a dicembre scorso un evento simile si era abbattuto sulla popolazione. Il ciclone Yasa, causò la morte di 4 persone e lo sfollamento di 23mila. In quell’occasione il vento sfiorò i 350 km/h.
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