L’epidemiologo Michael Osterholm ha lanciato un allarme in merito alla diffusione della nuova variante inglese del coronavirus.
Sale la preoccupazione per il diffondersi della variante inglese del coronavirus che ha già colpito oltre 70 paesi a livello mondiale, tra cui gli Stati Uniti. Proprio della diffusione negli Usa ha parlato l’epidemiologo Michael Osterholm che ha lanciato un allarme. Secondo l’esperto, questa variante del virus colpirà gli americano come “un uragano” e l’aumento dei casi si registrerà nelle prossime settimane.
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Covid-19, l’allarme dell’epidemiologo Osterholm: “La nuova variante inglese colpirà gli Stati Uniti come un uragano”
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“La nuova variante inglese del coronavirus colpirà gli Stati Uniti e gli americani come un uragano. Si rischia di ritrovarsi di fronte ad una situazione ancora mai vista“. Questo le parole di Michael Osterholm, direttore del centro di ricerca sulle malattie infettive dell’Università del Minnesota, intervistato dall’emittente Nbc in merito al diffondersi della variante inglese del coronavirus. Secondo l’epidemiologo, l’aumento dei casi legati alla variante potrebbe registrarsi nelle prossime sei-quattordici settimane.
Per queste ragioni, l’esperto, consulente del presidente Joe Biden per la pandemia durante la transizione, ha voluto lanciare un appello all’Amministrazione. Nello specifico, Osterholm, spiega alla Nbc, ha chiesto che vengano somministrate più dosi di vaccino possibili in modo da proteggersi da quello che ha definito come “un uragano di categoria 5“. “L’intenzione – ha proseguito l’epidemiologo- è quella di ottenere due dosi per tutti, ma penso che prima dobbiamo somministrare il maggior numero di vaccini in quante più persone sopra i 65 anni per cercare di ridurre le malattie gravi e le morti a cui potremmo andare incontro nelle prossime settimane“.
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Johns Hopkins University
Al momento, stando ai dati della Johns Hopkins University di Baltimora, i casi di contagio registrati negli Usa dall’inizio dell’emergenza sono 26.188.084, mentre sono 441.331 i decessi. Numeri che collocano gli Stati Uniti al primo posto tra i paesi più colpiti dalla pandemia sia in termini di contagi sia per vittime.