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Polveri sottili, rapporto Legambiente: diversi capoluoghi oltre il limite nel 2020

Nel 2020, secondo il rapporto Mal’aria di città 2021 di Legambiente, sarebbero stati ben 35 i capoluoghi di Provincia a superare la soglia consentita di polveri sottili.

(Getty Images)

Un rapporto dai dati scoraggianti quello di Legambiente titolato Mal’aria di città 2021. All’interno del documento si legge come lo scorso anno ben 35 capoluoghi di Provincia, all’esito dei rilievi, abbiano riscontrato una presenza di polveri sottili ben oltre il limite tollerato. In cima alla lista Torino che per quasi 100 giorni ha costantemente sforato i valori.

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Polveri sottili, il rapporto di Legambiente: 35 capoluoghi hanno superato il limite nel 2020

(Getty Images)

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Quanto a sforamento dei limiti di polveri sottili, Torino si è piazzata al primo posto con ben 98 giorni di superamento della soglia. Seguono Venezia e Padova rispettivamente con 88 e 84 giorni. Per il centro sud, male Avellino e Frosinone. Nel 2020, male anche i dati di Roma e Milano che pare abbiano superato di gran lunga i valori medi proposti dall’Oms.

Questo quanto emerso dal rapporto Mal’aria di città 2021 di Legambiente che contestualmente alla pubblicazione ha voluto lanciare una sorta di protesta on-line atta a richiedere città più pulite. L’Associazione ha invitato tutti coloro che volessero manifestare a farlo pubblicando un proprio selfie con indosso una mascherina aggiungendo l’hashtag #noallosmog.

Dal rapporto di Legambiente è emerso che il maggior responsabile dell’inquinamento sarebbero le auto e che le emissioni delle diesel fuorilegge starebbero incrementando il tasso di mortalità. Una considerazione che trova conforto in un recente studio nel quale è stato riferito che le auto diesel a Milano determinerebbero un forte aumento dell’inquinamento e che le emissioni testate in laboratorio non corrisponderebbero a quelle reali. In particolare gli Euro4 e Euro5 causerebbero la maggior parte dell’esubero di NO2.

Il dato maggiormente preoccupante è quello che effettua il raffronto tra le linee guida dell’Oms e quelle dell’Europa. Seguendo i parametri dell’Organizzazione, più stringenti, le città che avrebbero superato la soglia limite di polveri sottili salirebbe a 60.

Secondo Legambiente, l’attuale quadro epidemico non avrebbe aiutato a dimezzare l’inquinamento, anzi avrebbe fatto ancor di più emergere come l’Italia sia rimasta pietrificata nelle politiche di sostenibilità. Ad avviso dell’associazione ambientalista è necessario agire. Promuovere una mobilità a zero emissioni, pulire gli spazi urbani, ed aumentare i benefici di vivibilità. Tutto ciò sarà possibile sfruttando al meglio i fondi provenienti dal Recovery.

La questione inquinamento preoccupa parecchio, soprattutto se la si legge come un fattore che incrementa la mortalità. Secondo i dati dell’Agenziaeuropea dell’Ambiente (Eea), infatti, ad esso sarebbero riconducibili 50mila decessi. Per non parlare della spendita economica che si aggira intorno ai 100 miliardi di euro per oneri di natura sanitaria.

Sarebbe proprio questo il punto focale su cui Legambiente pone l’accento. Le Agende dei Governi sarebbero carenti, come anche i piani a livello regionale, di elementi e spunti utili a frenare l’inquinamento. Spesso, denuncia l’Associazione, si sarebbe agito – al fine di non perdere consensi- eludendo i programmi.

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(Getty Images)

L’associazione ha concluso il proprio rapporto invitando il Governo ad assumere scelte responsabili e sostenibili per un utilizzo migliore degli spazi pubblici, per una graduale eliminazione del carbonio in favore di energie rinnovabili e molto altro.

M.S.

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