USA, Biden continua a cancellare Trump: la guerra dello Yemen

Il presidente degli Stati Uniti annuncia la fine del supporto americano alle operazioni militari nello Yemen.

Un’altra bella notizia dal neoeletto presidente degli Stati Uniti. La politica di Trump è sempre più lontana grazie al subitaneo impegno di Joe Biden. Sin dall’Inauguration Day, Il 46°simo presidente USA non si ferma e continua a cancellare il suo predecessore.

Dopo l’emergenza coronavirus, la questione del clima con l’accordo COP-26, la firma dell’estensione dell’Obamacare e l’abolizione della Global Gag Rule; nel mirino dei suoi decreti rientra questa volta la guerra nello Yemen.

In particolare, il presidente ha annunciato la fine del sostegno americano alle operazioni offensive nella guerra civile dello Yemen. Dal 2015, il conflitto sta provocando uno dei più grandi disastri umanitari degli ultimi anni.

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Joe Biden: il grande cambiamento in politica estera

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“Il presidente Joe Biden sancirà oggi, 4 febbraio, la fine del sostegno americano alle operazioni militari offensive in Yemen“, ha esordito Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza Nazionale, anticipando il grande cambiamento nella politica estera di Joe Biden. Con sostegno logistico, militare e di intelligence, gli Stati Uniti stavano supportando la coalizione militare dell’Arabia Saudita nella guerra civile dello Yemen.

“Stiamo rafforzando i nostri sforzi diplomatici per porre fine alla guerra in Yemen: una guerra che ha creato una catastrofe strategica e, soprattutto, umanitaria“, ha precisato il neoeletto presidente durante il suo primo discorso al Dipartimento di Stato.  “Questa guerra deve finire“, ha insistito. “E per sottolineare la nostra determinazione, stiamo troncando tutto il sostegno statunitense alle operazioni offensive in guerra nello Yemen, compresa la vendita di armi”, ha aggiunto.

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Questa decisione segna un importante cambiamento nella politica estera americana e arriva pochi giorni dopo un’altra dichiarazione considerevole; quella relativa alla fine alla vendita di armi nell’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti.

Fonte CNBC