Un gruppo di ricercatori svedesi ha scoperto che l’innalzamento del livello del mare potrebbe essere più catastrofico di quanto sino ad ora previsto.
Quanto sino ad oggi conosciuto e previsto sull’innalzamento del livello del mare, potrebbe essere solo una parte della reale verità. Un team di studiosi svedesi dell’Istituto Niels Bohr dell’Università di Copenaghen avrebbe, infatti, scoperto che rispetto ai modelli oggi noti, la velocità e l’incidenza con cui avverrà il fenomeno sono di molto maggiori.
In minor tempo ed in maggior misura, i livello delle acque si alzerà, un circostanza che alla luce di questa nuova ricerca ora suscita sempre più pressanti preoccupazioni.
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Un avvertimento che piomba sull’umanità come un fulmine a ciel sereno. Quello che sino ad ora si sapeva sull’innalzamento del livello del mare, precisamente sulla velocità con cui si sarebbe concretato e sulla misura di quanto si sarebbe alzato, era errato.
Un team svedese ha, infatti, scoperto che entro il 2100 il livello del mare si alzerà di 1,35m. Dati nettamente differenti rispetto alle attuali modellazioni che vedevano una variazione di solo 1,1 metri entro i prossimi 80 anni. Una differenza di non poco conto, sino ad oggi ignorata a causa di una sbagliata considerazione dei dati storici.
I ricercatori di Copenaghen hanno riscontrato tale rimodulazione considerando lo scenario in cui il riscaldamento globale dovesse dispiegare i suoi peggiori effetti. All’interno della loro ricerca, pubblicata su Ocean Science, gli scienziati svedesi hanno rilevato come sino ad oggi si è protratta la discrepanza di dati rispetto ai loro rilevati di ben 25 cm. Questo perché pare non in precedenza non siano stati utilizzati modelli altamente sensibili, privi di quello che hanno definito come “verifica della realtà“.
Aslak Grinsted, coautore dello studio ha commentato i risultati, riporta The Guardian, affermando che non si tratta di una buona notizia e che i modelli precedenti siano stati sempre imprecisi. Avrebbe sottolineato, inoltre, come gli studi precedenti non abbiano “colpito nel segno” soprattutto perché pare non abbiano considerato dati storici che mostravano ben altri andamenti.
Sostanzialmente, l’attuale conoscenza sull’innalzamento del mare è di competenza dell’IPCC e si basa su una sorta di collage tra diversi fattori: scioglimento dei ghiacciai, riscaldamento del mare ed aumento della temperatura. Tuttavia spesso i dati disponibili erano soltanto parziali. Ad esempio a non essere presa in considerazione l’attività di scioglimento dei ghiacciai in Antartide, iniziata ad essere valutata solo negli anni ’90. Tale frammentarietà ha portato alla stesura di modelli incompleti.
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M.S.
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