Un ragazzo di 17 anni, nella serata di ieri a Sant’Apollinare (Rovigo), avrebbe ucciso il padre colpendolo con un machete al culmine di una lite.
Un uomo di 45 anni è stato ucciso nella serata di ieri nel campo rom di Sant’Apollinare, frazione di Rovigo. Stando a quanto ricostruito, all’interno della roulotte dove la vittima viveva si sarebbe consumata l’ennesima lite con il figlio, un 17enne. L’uomo sarebbe scappato, ma il figlio lo ha raggiunto e colpito con un machete per poi darsi alla fuga insieme alla fidanzata. Poco dopo i due sono stati fermati dalla Polizia che ora sta indagando sull’accaduto per accertare con esattezza i fatti, le cui dinamiche sono ancora da confermare.
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Sarebbe un omicidio premeditato, secondo gli inquirenti, quello consumatosi ieri sera, giovedì 4 febbraio, nel campo rom di Sant’Apollinare, frazione del comune di Rovigo. Un ragazzo di 17 anni avrebbe ucciso il padre, Eddy Cavazza di 45 anni, colpendolo con un machete al culmine di una lite avvenuta all’interno della roulotte, dove la vittima viveva. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti che, come riporta Il Corriere della Sera, si sono avvalsi delle testimonianze dei presenti, tra cui la moglie e l’altro figlio, nella roulotte sarebbe andata in scena l’ennesima lite tra padre e figlio che è poi degenerata. L’uomo, cercando di scappare, è uscito dal veicolo, ma il minore lo ha raggiunto e colpito con un machete alla clavicola. Infine, ha preso l’auto del padre ed è scappato insieme alla fidanzata, una ragazza di 26 anni.
Sul posto sono arrivati i soccorsi e le forze dell’ordine, chiamate dai presenti. Purtroppo per Cavazza non c’è stato nulla da fare: è stato ritrovato senza vita, come riporta Il Corriere, vicino ad muretto di una casa vicina. La polizia ha avviato immediatamente le indagini e, qualche ora dopo, ha individuato e bloccato la coppia che ora sarebbe in stato di fermo con l’accusa di omicidio premeditato.
Dalle indagini, riporta Il Corriere, sarebbe emerso che i due avrebbero premeditato la morte del 45enne. Il figlio sarebbe l’esecutore materiale del delitto, mentre la fidanzata avrebbe avuto un ruolo fondamentale in fase di premeditazione.
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Ancora da accertare il movente del delitto, circostanza al vaglio degli investigatori, ma pare che i rapporti tra la vittima e la coppia fossero molto tesi ormai da tempo, come confermato dalla madre del giovane.