Il governo centrale ha inviato l’esercito per i primi soccorsi. Paura per i 150 dispersi che potrebbero essere rimasti sotto al fango
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Si teme il peggio in India dopo il crollo di un ghiacciaio dell’Himalaya. E’ successo vicino al Parco nazionale del Nanda Devi dove per cause naturali il ghiaccio si è staccato precipitando su un fiume indiano. L’impatto ha provocato l’innalzamento dell’acqua che ha poi travolti ponti e strade, superando la diga. Tantissima paura in India, dove le autorità temono diversi morti. Sarebbero al momento almeno 3 le vittime e 150 di dispersi.
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Ore di ansia per i 150 operai che lavoravano in una centrale elettrica
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Secondo i media, diversi operai che lavoravano in una centrale elettrica, sarebbero stati travolti dalla forza delle onde nello stato di Uttarakhand. Tra i paesi più colpiti, quello di Rani, a circa 25 chilometri da Joshimat, nello Stato federato di Uttarakhand. Il governo centrale intanto ha disposto l’invio dell’esercito per i primi soccorsi. Diverse le immagini che circolano in queste ore nelle tv locali e che mostrano le acque del fiume Alaknanda, alimentate da questo ghiacciaio, alzarsi a livelli tali da travolgere ponti e fiumi. L’Uttarakhand è soggetto a questo tipo di disastri: nel 2013 piogge monsoniche eccezionali provocarono oltre 6 mila vittime. In quel caso, numerosi cadaveri sono stati recuperati dalle squadre di soccorso tra le acque in piena dei fiumi o sotto gli strati di melma e detriti lasciati dagli smottamenti.
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Ma non solo, nel 1963 un disastro simile colpì la diga del Vajont. Una frana precipitò nel bacino idrico. Un impatto che generò due onde anomale che distrussero i comuni di Erto, Casso e Longarone. Le vittime di quella terribile tragedia furono circa 2000.