I carabinieri hanno fermato nell’ambito delle indagini sul femminicidio di Pedriano di San Giuliano Milanese (Milano) il compagno della donna accoltellata.
Svolta nel femminicidio consumatosi ieri a Pedriano di San Giuliano Milanese (Milano). I carabinieri hanno fermato un uomo di nazionalità albanese ritenuto il presunto assassino della 47enne accoltellata sulla strada provinciale tra Melegnano e Binasco. Si tratta del convivente della donna che, interrogato dagli inquirenti, avrebbe respinto ogni accusa. A spiegarlo è stato il procuratore di Lodi Domenico Chiaro.
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“Devo purtroppo dare notizia dell’ennesimo femminicidio, il settimo dall’inizio dell’anno in zona San Giuliano. Considerando che sono trascorsi solo 40 giorni dall’inizio del 2021 è un dato sconsolante“. Queste le parole, riportate dalla redazione de Il Fatto Quotidiano, del procuratore di Lodi Domenico Chiaro in merito al femminicidio consumatosi ieri nella frazione di Pedriano di San Giuliano Milanese (Milano). Un uomo di nazionalità albanese, compagno della vittima, è stato fermato dai carabinieri che stanno svolgendo le indagini.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe raggiunto la compagna 47enne sulla provinciale tra Melegnano e Binasco. Qui l’avrebbe aggredita e colpita con diverse coltellate alla coscia ed alla schiena. La donna è stata trasportata d’urgenza presso la clinica Humanitas di Rozzano, dove purtroppo è deceduta per le gravi ferite. A chiamare i soccorsi e le forze dell’ordine sarebbero stati alcuni automobilisti di passaggio.
Proprio le testimonianze degli automobilisti, spiega Chiaro, come riporta Il Fatto Quotidiano, sarebbero stati determinanti nell’individuazione del presunto responsabile. Quest’ultimo sarebbe stato interrogato dagli inquirenti, ma avrebbe respinto le accuse negando ogni responsabilità. L’uomo avrebbe riferito di essere stato tutto il giorno a Milano. Il procuratore di Lodi ha proseguito aggiungendo che i carabinieri hanno ritrovato le scarpe rosse che avrebbe indossato al momento del delitto ed hanno analizzato le celle agganciate dal cellulare dell’uomo.
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Le indagini, dunque, dei militari dell’Arma, coordinati dalla procura lodigiana competente per territorio, proseguono per chiarire i contorni della vicenda e risalire al movente dell’omicidio.
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