Il premier Draghi riparte dalla scuola: lezioni prolungate fino a giugno. La ripresa a settembre con il ripristino delle cattedre vacanti.
Nelle priorità del Premier Mario Draghi c’è sicuramente la scuola. Una scuola che a settembre 2020 è ripartita con tantissime lacune. In primis con la mancanza di docenti in cattedra. Ecco perché Mario Draghi sta lavorando sulla ripresa della scuola a settembre 2021. Ma non solo, a causa della pandemia sono tantissimi gli studenti che hanno perso giorni di scuola. Il premier incaricato ha quindi deciso di rimodulare il calendario scolastico dell’anno in corso, per recuperare i giorni perduti. Un’ipotesi è quella di prolungare la scuola fino al 30 giugno in presenza o in didattica a distanza. In modo da permettere agli alunni di svolgere le lezioni perse, dovute da problemi legati alla didattica a distanza. Tanti i problemi che gli alunni hanno riscontrato in questi mesi di chiusura della scuola. Dalla mancanza di dispositivi, alla connessione internet, ai giorni persi a causa dell’aumento dei contagi. Ecco perché il nuovo governo ha intenzione di ripartire in modo diverso, colmando le lacune che ci sono state in quest’anno di pandemia.
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Se da un lato il governo è propenso a far rimanere gli studenti in classe o in Dad fino al 30 giugno, c’è chi invece non è d’accordo con questa scelta. I sindacati per esempio non vedono di buon occhio il prolungamento dell’anno scolastico. La segretaria generale Cisl Scuola Maddalena Gissi, ha spiegato che allungare il calendario vorrebbe dire che con la Dad la scuola ha scherzato e quindi che non è funzionato. La sindacalista però ha voluto sottolineare invece “il bisogno di far recuperare i tanti ragazzi che per svariati motivi non sono stati raggiunti dai docenti per esempio per motivi tecnici e per diversità di condizione socio-economica. E’ chiaro che per questi casi saranno gli stessi professori ad attivare iniziative di recupero”.
Il premier Mario Draghi inoltre ha garantito che la scuola a settembre 2021, inizierà in modo diverso. Ecco perché sarà necessario trovare una soluzione alla carenza dei docenti in cattedra, sin dal primo giorno di scuola. Sarà fondamentale anche far ripartire i concorsi che in questo momento sono fermi.
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Intanto l’associazione nazionale dei presidi con a capo Antonello Giannelli chiede l’assunzione di oltre 200mila docenti. “Ci sono 800mila posti di insegnamento ma oltre 200mila sono scoperti. Sarebbe fondamentale dare alle scuole il potere di assumere, magari attraverso una forma di concorso alleggerita. Se il presidente incaricato sta pensando a una riforma strutturale la accogliamo con favore”.
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