Una donna è stata condannata in via definitiva a venti anni di carcere per l’omicidio del figlio del marito che avrebbe immerso nell’acqua bollente.
Un’agghiacciante vicenda arriva dalla Giordania, dove una donna ha immerso il figlio di suo marito all’interno di una vasca che aveva precedentemente riempito con acqua bollente. Il piccolo di soli 2 anni ha iniziato ad urlare ed è stato portato in ospedale, dove purtroppo è deceduto per le gravissime ustioni dopo due settimane di agonia. La donna è stata arrestata e adesso condannata a vent’anni di reclusione.
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Una donna, di cui non sono state diffuse le generalità, è stata condannata in via definitiva a venti anni di carcere per l’omicidio del figlio del marito, un bambino di soli 2 anni. La sentenza è arrivata, come riporta la redazione britannica del The Sun, dopo oltre due anni di processi e indagini. Il piccolo sarebbe morto, difatti, nell’ottobre del 2018 in Giordania. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la donna, al culmine di un’accesa discussione, avrebbe preso il bambino e immerso in una vasca riempita d’acqua bollente per punirlo. Il bimbo ha iniziato ad urlare ed è stato, dunque, trasportato in ospedale, dove ha lottato tra la vita e la morte per due settimane, ma alla fine il suo cuore ha smesso di battere per le gravissime ustioni.
Stando a quanto riporta la redazione del The Sun, quanto messo in atto dalla donna, che si sarebbe dovuta occupare oltre che della vittima anche del fratellino, un bimbo di 4 anni, non sarebbe stato un caso isolato. Secondo gli inquirenti ed i documenti in tribunale, il violento episodio farebbe parte di una serie di abusi da parte della donna che avrebbe picchiato e maltrattato i due piccoli diverse volte.
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I legali dell’imputata hanno contestato la sentenza del tribunale sostenendo che la donna non avrebbe mai ammesso l’omicidio del piccolo. La Corte Suprema della Giordania, però, riferisce The Sun, ha stabilito che il dibattimento penale si era svolto correttamente e la condanna a venti anni di reclusione fosse appropriata per il reato contestato.
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