Microchip del cane. A cosa serve? Comporta dei rischi per i nostri amici a quattro zampe? Tutte le informazioni a riguardo
Il microchip del cane è una pratica obbligatoria in Italia dal 2005, in sostituzione del tatuaggio di riconoscimento, considerato obsoleto. Si tratta di un transponder a cui corrisponde un codice univoco di 15 cifre a forma di piccola capsula di vetro biocompatibile. Viene iniettato sottopelle, solitamente nella zona del collo del nostro amico a quattro zampe, tramite apposite siringhe sterili monouso. La procedura non è dolorosa, né dannosa. Si basa su tecnologia R.F.ID (Radio Frequency Identification), onde a radiofrequenza che danno una risposta in presenza di un apposito lettore.
Dotare di microchip il proprio cane è un atto d’amore: serve a identificarlo in caso di smarrimento e a verificare a quanti e quali vaccini è stato sottoposto. E’ utile quindi per rintracciare, di conseguenza, anche il padrone. Serve inoltre a scoraggiare l’abbandono, a contrastare il fenomeno del randagismo o impedire le vendite clandestine di animali domestici. Indispensabile per chi vuole viaggiare all’estero con il proprio “migliore amico”.
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Microchip del cane. Quali i costi della procedura e le sanzioni relative
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Il microchip deve essere applicato entro il 60° giorno di vita dall’allevatore. Coloro i quali decidono di adottare un cane sprovvisto di microchip hanno tempo 15 giorni per provvedere all’ applicazione.
L’anagrafe canina (istituita nel nostro paese nel 1991) generalmente si trova presso l’ASL veterinaria. Il cane verrà inserito in un registro in cui verranno elencate le sue caratteristiche principali come data di nascita, nome, razza, taglia e, ovviamente, dati anagrafici del padrone.
Ripetiamo: in Italia non è una procedura facoltativa ma un obbligo.
Le sanzioni variano da regione a regione, generalmente si aggirano dai 50 a 233 euro, in alcuni casi sono più esose (vedi la Campania dove le multe arrivano anche a 300 euro).
Se la procedura viene realizzata da un veterinario privato il costo d’inserimento varia dai 20 ai 35 euro circa. Nelle l’Asl veterinarie è più economico, dai 5 o 10 euro; anche in questo caso è a discrezione regionale.
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Per i gatti l’inserimento del microchip è ancora una scelta facoltativa del padrone. Tuttavia, al momento solo la Regione Lombardia ha imposto l’obbligo anche per loro dal 1° gennaio 2020.