Autobomba a Mogadiscio: Shabaab rivendica l’attentato

Nel paese continua la crisi politica. Almeno 3 morti e 10 feriti per l’esplosione al check point in prossimità del Parlamento.

Autobomba a Mogadiscio
Autobomba a Mogadiscio (Getty Images)

Continua la crisi politica per la Somalia. È passata solo una settimana dall’ultimo attentato che ha visto esplodere una bomba la scorsa domenica, 7 febbraio. L’ordigno era stato posizionata sul ciglio di una strada di Dusa Mareb, capitale dello stato di Galmudug, al centro della Somalia. Questo sabato, 13 febbraio, ancora un nuovo attacco, sempre per mano di Shabaab, il gruppo terroristico che da anni esercita pressione sulle forze militari somale e sulle autorità locali. L’attentato terroristico ha avuto luogo questa mattina in una zona centrale di Mogadiscio: erano circa le ore 9:00 locali quando un’autobomba è esplosa vicino a un checkpoint in prossimità del Parlamento e del palazzo presidenziale.

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Il bilancio delle vittime

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Stando a quanto riferiscono i rapporti dei funzionari locali, almeno 3 i morti a causa dell’esplosione, avvenuta questa mattina intorno alle ore 7:00 (CET); mentre sale a 10 il numero dei feriti. Si tratta dell’ennesimo atto terroristico avvenuto durante il delicato periodo politico della Somalia. La crisi continua a protrarsi nel paese: vuoto di potere e fallimenti alle elezioni aumentano gli inasprimenti tra il governo federale di Mogadiscio e alcuni dirigenti degli Stati regionali. Difatti, la scorsa settimana i leader politici non sono riusciti a convenire un accordo sul futuro percorso della Somalia alle elezioni e numerose ondate di proteste sono insorte contro Mohamed Abdullahi Mohamed. Conosciuto anche come Farmajo, l’ex presidente continua a ricoprire l’incarico nonostante il suo mandato sia scaduto lo scorso 8 febbraio.

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Farmaajo attribuisce la responsabilità del fallimento dei negoziati alle autorità d’Oltregiuba e del Puntland, i cui leader sono stati accusati di iniziative politiche a interesse del Kenya.

Fonte CNN

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