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Cronaca

Genova zona arancione, il gesto di solidarietà di alcuni ristoratori per il pranzo di San Valentino

Coldiretti annuncia che in zona arancione si trova il 15% dei ristoranti e 55mila saranno chiusi per San Valentino. Da Genova arriva l’idea

Ristorante Genova (Foto di Peter H da Pixabay)

Da domani diverse regioni italiane cambiano colore nuovamente, dopo i nuovi dati che il Ministero della Salute e l’Iss hanno segnalato in queste ultime ore e l’aumento del picco di contagi. Le zone arancioni interessate sono Toscana, Abruzzo, Liguria, Trento e Umbria con micro zone rosse invece.

Coldiretti fa sapere che con le nuove disposizioni da domani saranno chiusi oltre 55mila tra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi dove non è ammesso il servizio al tavolo. Un San Valentino quindi vissuto nel peggiore dei modi con cancellazioni che non fanno altro che aggravare la già pensosa situazione economica del Paese.

In altre parole – sottolinea la Coldiretti – vengono chiusi oltre il 15% dei servizi di ristorazione presenti nell’intera Penisola in un giorno particolarmente importante per gli incassi con la Festa degli innamorati di San Valentino”.

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Pranzo di San Valentino: “Regaliamo il cibo invece di buttarlo”

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Da Genova arriva però la notizia di due giovani ristoratori che anche in questo clima nero di sconforto hanno deciso di fare un gesto di solidarietà per il giorno di San Valentino. La loro regione è chiusa e il pranzo annullato, si trovano quindi con moltissimi soldi – quasi 1000 euro – sprecati in cibo destinato alla preparazione dei menù.

I titolari de “Il Ciliegio” di San Desiderio sulle alture di Genova hanno visto svanire oltre 100 prenotazioni per domani e così hanno deciso di regalare i prodotti da loro acquistati evitando di buttarli.

I ragazzi che gestiscono la fattoria didattica ed il ristorante non potevano permettersi di veder sprecato così tanto cibo e hanno deciso di invitare le persone più bisognose a prenderlo gratuitamente. Davide Basso, socio insieme a Emidio Dellepiane spiega:

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Avevamo una richiesta altissima perché i nostri spazi all’aperto attirano molto. Per via delle temperature e del possibile maltempo – continua Basso – ci siamo attrezzati affittando anche un gazebo enorme che ci è costato 5000 euro. Abbiamo installato il riscaldamento, per altri 1500 euro. Abbiamo investito per rendere l’ambiente confortevole e sicuro. É una sofferenza“.

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