Emergono inquietanti dettagli in merito alla morte dell’autista di Vigevano Filippo Incarbone. Finiti in carcere Michael Mangano e Gianluca Iacullo accusati di omicidio e occultamento di cadavere.
Aveva solo 49 anni. L’autista di Vigevano Filippo Incarbone è stato ucciso lo scorso gennaio a martellate. Poi è stato gettato nel fiume Ticino. Il cadavere della vittima non è ancora stato trovato. Intanto sono stati arrestati due uomini accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Si tratta di Michael Mangano e Gianluca Iacullo.
Incarbone aveva problemi legati alle finanze e alla droga. La sua vita era fatta di prestiti. Gli amici pagavano per lui le bollette. Lo scorso 3 gennaio è scomparso. Ultima traccia un messaggio di auguri inviato alla cognata. A Vigevano viveva con un bassotto che aveva battezzato come Casper. Per un giorno intero il cane aveva ululato disperato tanto che i vicini avevano contattato le forze dell’ordine. In contemporanea il fratello Maurizio avanzò la denuncia della scomparsa. Capitava spesso che l’uomo si allontanasse per più giorni per questo all’inizio pochi si preoccuparono per la sua assenza.
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Filippo Incarbone finito nella droga: schiavizzato e ucciso dal suo creditore
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Gli agenti hanno rintracciato gli autori del delitto a seguito delle testimonianze di imprenditori e conoscenti del luogo. Questi venivano minacciati dal 31enne Michael Mangano. E anche l’autista ne era succube in quanto era debitore nei suoi confronti. Tanti erano i soldi che gli doveva, come la droga che non era riuscito a pagare. Quasi in schiavitù era costretto a pulire l’abitazione di Mangano e a portarlo in giro in auto. Quest’ultimo, a seguito di un incidente in auto, lo intimò di autoincolparsi testimoniando di essere lui l’autista.
A gennaio, tra il 4 e il 6, a casa del creditore i due si erano incontrati. Mangano voleva riscuotere la somma che l’autista non era riuscito ancora a trovare. Pugni, calci sono stati sferrati sul 49enne. Contro di lui è stata sferrata anche una mazzetta, ovvero uno strumento usato dai muratori. L’autista sembrerebbe aver perso la vita sul divano. Mangano, con il supporto del complice Gianluca Iacullo, si è disfatto del cadavere gettandolo nella sponda del Ticino. Sul luogo presente un testimone che ha assistito alla terribile scena. Iacullo ha confessato già dai primi interrogatori. Anche Mangano è stato trovato dagli agenti e accusato di omicidio volontario e distruzione del cadavere, estorsione, rapina e spaccio.
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L’uomo aveva minacciato di morte una coppia sottraendogli pc e tablet e aveva costretto una vittima a consegnargli mille euro per poi pretenderne altri 20 mila.