Anche Yeslife era presente alla conferenza stampa di presentazione di “Chiamami per nome”, il brano che Francesca Michielin e Fedez porteranno a Sanremo 2021.
A quasi dieci anni dall’uscita di Cigno Nero, il singolo che ha dato inizio al loro sodalizio musicale, Francesca Michielin e Fedez tornano con un nuovo progetto, direttamente sul palco dell’Ariston. Per la giovane cantautrice di Bassano del Grappa, tornare a Sanremo significa rivivere, con più consapevolezza e maturità, quel percorso che nel 2016 la condusse fino all’Eurovision Song Contest con il brano Nessun grado di separazione. Per il rapper la partecipazione al Festival sarà una prima assoluta ed un modo per confrontarsi, “con un po’ di ansietta” – come ammette lui stesso -, con uno dei palchi più noti della musica italiana.
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Chiamami per nome è un brano che vede tra gli autori, oltre ai due interpreti, anche Mahmood, Davide Simonetta ed Alessandro Raina. “Questo lavoro di corale – ha raccontato Fedez in apertura della conferenza – è stato per me una boccata di ossigeno nel periodo della quarantena”.
Come si struttura un progetto del genere a distanza?
Fedez: Ci siamo divisi tra “didattica a distanza” su Zomm e studio vero e proprio. Però devo dire che non ci ho visto un disvalore. Avere un appuntamento online, anche solo per lavorare, mi ha fatto bene. Non dico che sia il nuovo modo di far musica, però è sicuramente il paradigma dei tempi che corrono. A me, personalmente, non è dispiaciuto.
Quanto l’amicizia rende forte il vostro legame artistico e viceversa?
Francesca Michielin: Federico è di grande ispirazione per me. Posso assicurarvi che, a prescindere da quell’episodio [lo spoiler della canzone fatto accidentalmente da Fedez tramite una storia di Instagram], sta davvero mettendo anima e corpo in questo progetto. Soltanto con una persona con cui ho tanta confidenza avrei potuto condividere tutta quest’ansia e queste paranoie.
Fedez: vorrei aggiungere che, quando è avvenuto il “fattaccio”, Francesca era legittimata ad apostrofarmi in ogni modo volesse e invece, per assurdo, era lei a dare supporto psicologico a me. Sanremo è un’esperienza che credo unisca molto. Da quando abbiamo iniziato, il nostro rapporto si è rafforzato, non solo per inerzia, ma anche rispetto a varie vicissitudini che si sono create. Per esempio, Francesca mi ha consigliato il maestro di canto
Francesca ha aggiunto che sia lei che il maestro di canto ritengono che Fedez abbia una voce fantastica, nonostante lui si sottostimi a riguardo.
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Chiamami per nome – racconta Francesca – nasce dalla voglia di sancire un’amicizia, ma anche dal desiderio di realizzare qualcosa di diverso ed innovativo rispetto a Magnifico e Cigno Nero, canzoni figlie del loro tempo e delle sonorità di dieci anni fa.
Cos’ha di diverso questo brano rispetto ai vostri esordi? C’è qualcosa di autobiografico nella canzone?
Fedez: non possiamo dire molto a riguardo e comunque la cosa è soggettiva, ma la mia percezione è che ci sia un upgrade stilistico. È un brano pop, ma con sfumature urban. Io in generale mi diletto un po’ più nel canto e la penna di Mahmood si sente molto. Canto un pezzettino di Mahmood sul finale e mi sento proprio lui quando lo faccio. Ci sono delle diversità abbastanza ampie dal punto di vista della struttura. Abbiamo cercato di fare qualcosa di un po’ più dinamico, che comprendesse anche un interscambio di voci.
Francesca Michielin: per me il testo è parzialmente autobiografico, rappresenta come mi sono sentita nell’ultimo periodo, tutte le difficoltà che ho vissuto, ma anche la voglia di vivere la musica come qualcosa che ti trasporta. Quando sono salita per la prima volta sul palco dell’Ariston ho detto “Prima mi chiudevo in una scatola e oggi esco” (Nessun grado di separazione iniziava così), questo brano invece dice “Oggi voglio dirti che non ho paura, perché vivere un sogno porta fortuna”. Nonostante tutto, siamo qui a celebrare un momento di collettività e vivere un momento di musica insieme. Ci sono delle frasi che ricollego molto a quello che noi tutti stiamo vivendo.
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Anche noi abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune parole con gli artisti, confrontandoci con loro riguardo i cambiamenti in atto nel mercato musicale.
In un periodo in cui se non sei costantemente visibile non esisti, sentite mai la “pressione” di dover pubblicare musica a tutti i costi? Cosa consigliereste ai giovani artisti che non hanno ancora un vasto pubblico?
Fedez: Credo siano valutazioni personalissime del singolo artista, però è vero che la musica è sempre più veloce. Sicuramente ad oggi ci sono molti album “fast food”, non per forza in un’accezione negativa, ma nel senso di “realizzati molto in fretta”. Secondo me fa tutto parte di una “mutazione fisiologica” che si deve ancora assestare. Ai giovani artisti consiglierei di fare quello che vogliono, perché tanto tendenzialmente non seguono i consigli che gli dai.
Francesca Michielin: io concordo con Federico. Secondo me le cose le devi fare prima di tutto perché lo vuoi. Ho scritto anche un pezzo su questa cosa. Si chiama Comunicare e parla proprio del fatto che viviamo in un periodo bulimico dal punto di vista comunicativo. Bisogna provare a non seguire questa “fiumana”, per citare Verga, ma avere piuttosto il coraggio di fermarsi e di fare delle scelte controcorrente.
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