L’indagine esplorativa dei ricercatori della British Antarctic ha esaminato la vita dei nuovi organismi sotto le piattaforme di ghiaccio.
Una scoperta davvero straordinaria quella accaduta accidentalmente ai ricercatori della British Antarctic Survey durante una spedizione nel continente dell’emisfero australe. Gli scienziati hanno osservato per la prima volta numerosi organismi viventi nelle profondità dell’Antartide, dove non batte mai il sole. L’indagine esplorativa prevedeva la raccolta dei sedimenti dal fondo oceanico per poter analizzare la storia dei ghiacciai. A tal scopo, la banchisa di Filcher-Ronne è stata perforata fino a 900 metri di profondità. All’interno della piattaforma situata nel Mare di Weddell sud-orientale, la strabiliante scoperta.
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“Questa scoperta è una di quelle fortuite casualità che spingono le idee in un’altra direzione e testimoniano che la vita marina antartica è incredibilmente adatta a un mondo ghiacciato”, ha annunciato l’oceanografo Huw Griffiths, direttore principale dello studio, il cui paper scientifico è stato pubblicato questo lunedì 15 febbraio nella rivista online Frontiers of Marine Science. La ricerca è la prima ad aver scoperto l’esistenza di animali stazionarie attaccati sulla superficie della piattaforma del ghiacciaio. La maggior parte degli organismi viventi ritrovati in profondità sono molto simili a spugne; mentre altri 22 animali sembrano appartenere a specie sconosciute: alcune di queste potrebbero includere i cirripedi.
“La nostra scoperta solleva molte più domande che risposte” – continua l’autore principale dello studio, il quale ipotizza un possibile stravolgimento delle attuali teorie sulla sopravvivenza. La presenza di vita in un ambiente particolarmente ostile, temperature basse e assenza di luce, potrebbe rappresentare un vero cambio di paradigma.
“Come sono arrivati lì?” – si chiedono ora i ricercatori – “Cosa mangiano? Da quanto tempo sono lì? […] cosa accadrebbe a queste comunità se la piattaforma di ghiaccio crollasse?” Secondo il gruppo di ricercatori, l’unico modo per poter rispondere ai quesiti risiede in una nuova spedizione all’interno del ghiacciaio: a 900 metri di profondità e a 260 km dalle navi, dove sono ubicati i loro laboratori.
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Le nuove indagini esplorative si svolgeranno nei prossimi mesi per ulteriori accertamenti sulle condizioni di vita e sopravvivenza dei nuovi organismi scoperti.
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Fonte Frontiers in Marine Science
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