Il neo premier Mari Draghi ottiene la fiducia al Senato poco prima della mezzanotte con 262 voti favorevoli, 40 no e due astenuti
Mario Draghi come previsto poco prima della mezzanotte ha incassato la fiducia al Senato. Tutto regolare come anticipato, il neo premier poteva contare su un largo appoggio. Favorevoli tutte le forze politiche ad eccezione di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che fin da subito ha detto no a Draghi e così è stato.
Ma ci sono state anche delle fronde interne ad alcuni partiti, come ipotizzato, che hanno votato in modo contrario. Draghi totalizza 262 voti a favore, 40 i no e due gli astenuti. Si immaginava una maggioranza larghissima per l’esecutivo dell’ex presidente della Bce ma così non è stata propriamente. Ecco che il suo favore non ce la fa a superare quello raggiunto da Mario Monti nel 2011 che riuscì a portare a casa ben 281 voti favorevoli a palazzo Madama.
Il voto di fiducia a Draghi è arrivato dopo il discorso che il neo presidente del consiglio ha tenuto in mattinata. Quasi un’ora durante la quale non è mancata l’emozione e il ringraziamento al premier uscente Giuseppe Conte. “Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere – ha precisato l’ex numero uno della BCE – Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.
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Tra i 40 voti contrari a Draghi c’è una compagine molto variegata. In primis sono i ‘dissidenti’ pentastellati che avevano annunciato già dagli scorsi giorni di non dare la fiducia. Dovevano essere di più ma alla fine sono stati 15. A loro si aggiungono quelli assenti e che non hanno risposto alla ‘chiama’, in tutto sei.
Poi come anticipato c’è Fratelli d’Italia capeggiato da Giorgia Meloni che fin da subito si è posta come forza di opposizione. I no sono arrivati, inoltre, anche dal gruppo Misto di Alfonso Ciampolillo, Elena Fattori, Michele Gianrusso, Carlo Martelli, Paola Nungnes e Luigi Paragone.
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Da conteggiare anche i senatori in congedo, cinque: Umberto Bossi, Giorgio Napolitano, Salvatore Sciascia, Liliana Segre e Orietta Vanin. Altri due assenti da aggiungere ai già citato sei di M5S. E ancora Pier Ferdinando Casini, Eugenio Comincini e Francesco Castiello in missione e infine gli astenuti Tiziana Drago e Albert Laniece.
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