L’Italia verso la chiusura: le Regioni in seguito all’aumento dell’Rti per voce di Bonaccini chiedono un irrigidimento delle norme
Preoccupa sempre di più la situazione Covid in Italia per l’aumento dei contagi e la diffusione delle varianti. Sono questi gli aspetti sui quali ci si focalizza maggiormente in queste ore per capire come procedere con i provvedimenti.
Sì perché se da domani alcune Regioni cambieranno colore, e in peggio, c’è chi chiede che non si ragioni più con l’ottica dei colori ma in modo uniforme per tutto il Paese. È prevista per questo pomeriggio la Conferenza delle Regioni ed i governatori, già da ieri, hanno fatto capire che chiederanno delle misure più severe ed omogenee per frenare i contagi dell’epidemia che sembra aver ripreso a diffondersi in modo più veloce a causa della diffusione delle varianti.
Il neo presidente Draghi ha promesso con il suo discorso di insediamento che le decisioni sarebbero state prese con “sufficiente anticipo”. Ci si aspetta da lui dunque una decisione che sia di largo respiro per dare la possibilità a tutti di adeguarsi.
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L’Italia verso la chiusura, le Regioni chiedono un lockdown soft
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Ma cosa accadrà per l’Italia? Molto probabilmente si andrà verso la chiusura unanime. Una lockdown soft come quello attuato nel periodo di Natale facendo diventare lo Stivale tutto zona arancione con alcune zone rosse mirate e alcuni irrigidimenti come la zona rossa al week end.
È questo quello che chiederà oggi Stefano Bonaccini a nome di gran parte dei governatori come presidente della Conferenza delle Regioni. Bonaccini lo ha detto già da ieri. I nuovi dati sono preoccupanti, l’Rt è in rialzo e sta sfiorando la soglia limite dell’1.
Dato questo che porterà da domani in zona arancione Molise, Emilia Romagna e Campania: “Credo che con l’arrivo delle varianti serva una valutazione diversa rispetto a quella dei colori – ha detto il governatore Bonaccini – sarebbe il caso di discutere fra governo e regioni per capire se non valga la pena una restrizione omogenea di qualche settimana”.
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Al vaglio di Draghi in questi giorni c’è anche il da farsi sulla mobilità tra le regioni. Il Dpcm in atto scade il prossimo 25 febbraio e si pensa alla proroga almeno fino al 5 marzo.