Numerose aziende operanti nel settore tessile hanno deciso di scegliere un approccio sempre più sostenibile: le Nazioni Unite invitano a seguire il loro esempio.
Il settore del tessile è uno dei più grandi produttori di inquinamento del Pianeta. Dai materiali di scarto, alle acque contenenti sostanze chimiche, per poi passare ai prodotti finiti che una volta dismessi divengono rifiuti di difficile smaltimento.
Numerose aziende operanti nel settore, però, fortunatamente hanno deciso di abbracciare una filosofia più green. Un esempio che le Nazioni Unite invitano a seguire.
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Nelle Filippine un’azienda realizza scarpe con materiale di scarto, In Irlanda una startup consente a persone che non si conoscono di scambiare vestiti non molto usati. In Brasile una super green casa di moda non produce alcun tipo di scarto e dona nuova vita agli abiti usati. Sono solo esempi di operatori del settore tessile che hanno deciso di abbracciare una nuova filosofia, tutta a vantaggio dell’ambiente.
La fast fashion è ormai considerata come una piaga, mode sempre più veloci, infatti, aumentano il numero degli abiti in rapido disuso. Una circostanza per la quale si innescano a catena processi inquinanti che in tutti i modi devono essere limitati.
Elisa Tonda, responsabile dell’Unità di produzione e consumo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), ha dichiarato che per molti anni l’industria della moda è stata oggetto di aspre critiche per l’impatto che ha sull’ambiente. La Tonda ha affermato che nel corso dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA), questo è stato uno dei punti più dibattuti. In particolare ci si sarebbe concentrati sulla necessità di attivare un’economia circolare per tale tipo di settore. Per tale ragione sarebbe stato lanciata l’idea di un’Alleanza globale che prende piede su iniziative già esistenti per rendere più veloce il passaggio a tale tipo di approccio.
A seguito della pandemia il Pianeta sta avendo una sorta di opportunità ossia ricostruire le proprie priorità su una ripartenza tutta green. La sostenibilità è un punto focale dal quale iniziare a muovere i primi passi verso una ristrutturazione. La transizione verso modelli circolari di moda, stimano le Nazioni Uniti, aiuterebbero a ridurre di oltre 140 miliardi di tonnellate le emissioni entro il 2030. Un passo in avanti che già, come riportato in premessa, molte aziende hanno intrapreso.
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L’UNEP sta predisponendo per il raggiungimento di tali obiettivi un programma che sia in grado di stimolare anche altre aziende a seguire l’esempio delle virtuose colleghe.
M.S.
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