Domenica di assembramenti al Monte Terminillo dove la gente è accorsa numerosa, nonostante gli impianti sciistici non siano stati riaperti dal Ministro Roberto Speranza.
Ore di coda per raggiungere il Monte, parcheggi tutti esauriti così come i ristoranti: il primo posto disponibile per una prenotazione risultava essere alle ore 16:00.
Probabilmente il rischio che avrebbe voluto evitare di correre il Ministro Speranza con l’ordinanza firmata che decreta lo slittamento della riapertura degli impianti al 5 marzo, non è stato evitato.
Anzi, senza gli impianti di risalita e con l’impossibilità di spostarsi in un altra regione i romani e tutti gli abitanti del Lazio si sono riversati proprio al Terminillo.
Ma come trascorrere la giornata senza poter utilizzare le piste da sci?
Le idee sono molte c’è chi sceglie semplicemente di organizzare un pranzo sulla neve, chi organizza delle ciaspolate, chi porta i bambini a divertirsi con gli slittini, chi prende il sole sulle sdraio affittate e chi si immola nelle salite, a piedi, con gli sci o gli snowboard sulle spalle, per potersi cimentare nel proprio sport preferito anche senza l’utilizzo delle seggiovie.
Gli assembramenti sono stati inevitabili e sia le strutture ricettive che gli spazi aperti a disposizione sulla neve erano gremiti di gente.
Nessun controllo, nè protocolli che imponessero il distanziamento sociale e allora in molti si chiedono: perché non aprire gli impianti?
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Primo fra tutti il direttore della Scuola Sci, Simone Munalli che ai nostri microfoni ha ribadito la situazione difficile che sta vivendo la sua categoria:
“Abbiamo un organico importante di 30 maestri ed eravamo pronti fino alla domenica sera, avevamo lavorato una settimana intera nella nostra segreteria con il nostro personale per accontentare tutte le richieste che stavano arrivando che erano maggiori tenendo presente che la regione Abruzzo è in zona arancione quindi tutti gli abitanti del Lazio si riversavano qui. Nonostante il protocollo non ce lo imponesse, sabato sera avevamo fatto i tamponi a tutti i nostri istruttori, l’abbiamo fatto per la nostra responsabilità perché crediamo fortemente che la pandemia esista ma nonostante ciò vorremmo conviverci come lo fanno altre categorie. Quello che ci fa rabbia sono i metodi e i tempi perché non è rispettoso nei nostri confronti comunicarci solo 12 ore prima che non si può riaprire. Questo significa incompetenza, significa non programmare perché si tratta forse di persone che non hanno mai lavorato nella loro vita, non hanno mai gestito aziende o comunque piccole imprese. L’altro problema è legato ai decreti che sono stati fatti: voi oggi siete qui al Terminillo e potete vedere che ci sono migliaia e migliaia di persone, al campo scuola ci sono migliaia di persone, se fossero stati aperti gli impianti con i protocolli previsti, il contingentamento lo skipass al 50% ci sarebbe molto più ordine e soprattutto sarebbe tutto regolamentato. Così è terra di nessuno, tutti vanno con le ciaspole, con gli slittini. E’ una cosa che non è gestita, con impianti lo sarebbe stato quindi questo dimostra la mancanza di conoscenza del comparto montagna da parte chi gestisce questa situazione e soprattutto l’improvvisazione”.
Ha poi aggiunto riguardo la riapertura prevista ad oggi per il 5 Marzo:
Noi naturalmente stiamo continuando con le attività per la richiesta dei nostri clienti ma è una minima parte. Stiamo facendo le uscite con lo sci di alpinismo e con qualche ciaspolata. Per il 5 Marzo non siamo così ottimisti perché comunque ormai il modus operandi è sempre quello: si arriva il giorno prima e poi si rinvia tutto. Attenderemo e vedremo anche cosa decide di fare la società degli impianti, se conviene loro aprire per un solo mese. Noi se aprono saremo comunque pronti perché anche una piccola parte di stagione significa lavoro, fino ad oggi non abbiamo lavorato e non è arrivato nessun ristoro da inizio pandemia quindi c’è la necessità di lavorare sia per noi che per le nostre famiglie. Sappiamo comunque che è difficile aspettarsi una riapertura anche perché siamo sempre condizionati dalla fascia arancione dato che se il Lazio passa in quella fascia dovremmo comunque richiudere, dato che andiamo incontro a temperature sempre più calde e di neve non ce ne sarà tanta, probabilmente si potrà fare solo la mattina, massimo fino alle 14:00 e non riusciremo a fare giornata intera: quello già è un altro problema. Comunque potrebbe essere una ripartenza simbolica visto l’anno scorso ci hanno fermato nello stesso periodo quindi ripartire da quei giorni sarebbe già qualcosa.”
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“Noi abbiamo tutti i protocolli già approvati da tempo, sono gli stessi protocolli che l’8 Febbraio hanno approvato in conferenza di regioni e insieme al Ministero e al Comitato tecnico scientifico e poi non hanno fatto riaprire, dunque su Marzo c’è massima incertezza, come su tutto, come lo è stato finora”, ha concluso.
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