Nella giornata di oggi dovrebbe essere firmato una nuova ordinanza con provvedimenti anti-Covid: le probabili scelte di Mario Draghi.
Nel corso del suo discorso di insediamento, il neo Premier Mario Draghi affermò che ogni scelta da parte del Governo sarebbe stata assunta con puntualità e soprattutto con sufficiente anticipo. Caratteristica, quest’ultima, di cui spesso il Governo precedente è stato tacciato essere manchevole.
L’ex direttore della BCE ha mantenuto i suoi propositi ed oggi, oltre a gettare le basi per un nuovo Dpcm, dovrebbe approvare un nuovo decreto a mezzo del quale, quasi con certezza, verrà ulteriormente prorogato il divieto di spostamento tra Regioni sino al 27 marzo. In arrivo altre importanti novità, come ad esempio un cambio di composizione del Comitato Tecnico Scientifico.
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Ristori immediati, cambio dei parametri per la collocazione nelle diverse zone di rischio delle Regioni ed ancora, modifica della composizione del Comitato Tecnico Scientifico. Tutto però con una settimana di anticipo, questo il piano del nuovo Esecutivo guidato da Mario Draghi che nel suo discorso di insediamento aveva ribadito come ogni suo provvedimento sarebbe stato assunto con massimo anticipo rispetto alle entrate in vigore.
Di certo, emerge sin da subito chiara la posizione del neo Premier, affiancare alle misure sanitarie quelle economiche. Perché la crisi causata dal Covid-19 è sistemica e non si limita soltanto alle ripercussioni sulla salute dei cittadini, ma anche sulle loro finanze. A confermarlo la Ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, la quale ha affermato che ad ogni provvedimento di contenimento si affiancherà una misura di ristoro.
Secondo prime indiscrezioni, riporta La Repubblica, l’Italia continuerà a mantenere la sua suddivisione in zone. Tuttavia a cambiare dovrebbero essere i parametri che si conosceranno già dal prossimo Dpcm. Quasi sicuramente, dove verrà riscontrata una presenza di varianti verranno estese le zone rosse. In data odierna, dunque, verrà approvato un nuovo decreto con il quale si prorogherà lo spostamento tra Regioni almeno sino al prossimo 27 marzo. Contestualmente il Governo si metterà a lavoro per varare le nuove misure che dovranno essere operative dal prossimo 6 marzo, data in cui perderà efficacia il Dpcm attualmente in vigore. Sul punto Mario Draghi avrebbe dichiarato di voler essere in linea con altre Nazioni.
Purtroppo l’attuale quadro non sembra essere dei migliori. La curva epidemiologia ha iniziato a mostrare, nuovamente, segni di risalita e questo non è di certo un dato positivo soprattutto per le attività operanti nel settore della ristorazione che paiono essere le più vessate dalle misure. Un frangente come quello attuale, ha riferito il Cts stando a quanto riferisce La Repubblica, non consente alcun tipo di allentamento perché abbassare la guardia adesso significherebbe vanificare ogni sforzo fatto sino ad ora.
I governatori di tutte le Regioni d’Italia hanno approvato all’unanimità un documento con cui hanno richiesto all’Esecutivo di rivedere i parametri con cui le zone vengono collocate nelle diverse fasce di rischio. Non solo, hanno anche richiesto l’approvazione di nuovi protocolli che individuino le categorie che possono ripartire e quelle per le quali, invece, urge una più stringente regolamentazione in base alla loro collocazione territoriale.
In sostanza i Presidenti hanno chiesto che venga analizzata con maggior puntualità quali misure sono state meno efficaci e di varare quali attività possano rimanere aperte e quali chiuse attraverso dei nuovi protocolli “ammodernati”.
Resta un punto nodale quello della riapertura delle scuole e delle Università. Sul punto sempre i Governatori hanno richiesto che vengano assunti provvedimenti specifici che si basino su nuovi fattori. In primis che si considerino i dati di effettivo contagio negli istituti rapportati al territorio in cui si trovano.
Come più volte ripetuto, il tema ristori occupa il primo posto dell’Agenda Politica di Mario Draghi. Sin da subito il neo Premier ha dato mandato ai suoi Ministri per cercare di capire che ripercussioni tali bonus possono avere sulle Finanze dello stato. In ogni caso la priorità resta quella di un’immediata liquidazione ed il garantire indennizzi ove i cittadini siano stati pregiudicati dalle misure di contenimento.
Ultima novità riguarderebbe, riporta La Repubblica, una modifica del Comitato Tecnico Scientifico. A mutare la sua composizione, che quasi sicuramente sarà ridotta nel numero e che soprattutto vedrà la nomina di un portavoce all’americana. Come Anthony Fauci, insomma, delegato a parlare in nome del presidente. Sin da subito l’ampio organico del Cts aveva creato non poche perplessità soprattutto per una diversità di opinioni che emergevano dai suoi membri che tuttavia appartengono ad uno stesso organo.
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Era intenzione già da tempo del Governo “tagliare” alcuni membri, ora pare che l’ipotesi sia sempre più ufficiale. Richiesta, peraltro, giunta anche dai Presidenti delle Regioni.
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