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Covid 19

Bollettino del 23 febbraio: in aumento i ricoveri in terapia intensiva

Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi martedì 23 febbraio, ha diffuso i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.

(Ministero della Salute)

Il Ministero della Salute ha aggiornato lo stato dell’epidemia da Covid-19 in Italia. Stando ai dati odierni, i casi di contagio ad oggi sono saliti a 2.832.162 con un incremento di 13.314 unità rispetto a ieri. Tornano in crescita i soggetti attualmente positivi che risultano essere 387.948 (+45), così come i ricoveri in terapia intensiva2.146 in totale e 28 in più di ieri. I guariti sono ad oggi 2.347.866 con un incremento di 12.898 unità rispetto a ieri. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 356 decessi che hanno portato il bilancio totale delle vittime a 96.348.

Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di lunedì 22 febbraio

(Getty Images)

Pubblicato nella giornata di ieri l’aggiornamento sullo stato dell’epidemia da Covid-19 diffusasi in Italia. Stando ai dati del Ministero della Salute, i casi di contagio erano saliti a 2.818.863 con un incremento di 9.630 unità. Tornavano in calo i soggetti attualmente positivi che risultavano essere 387.903 (-992). Salivano, invece, i ricoveri nei reparti di terapia intensiva2.118 in totale e 24 in più di domenica. Il numero dei guariti dall’inizio dell’emergenza era giunto a 2.334.968 con un incremento di 10.335 unità rispetto a domenica. Si aggrava il bilancio delle vittime con 274 decessi registrati nelle ultime 24 ore che portavano il totale a 95.992.

La Regione Abruzzo, si leggeva nelle note, segnalava la sottrazione di 2 casi dal totale dei positivi, in quanto duplicati. L’Emilia Romagna eliminava 4 casi dei giorni precedenti, in quanto positivi al test antigenico ma non confermati da tampone molecolare.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —>  Bollettino del 22 febbraio: tornano in calo i soggetti attualmente positivi – VIDEO

Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di domenica 21 febbraio

Nella giornata di domenica, come di consueto, il Ministero ha aggiornato i dati dell’epidemia da Covid-19, diffusasi in Italia ormai da un anno. Stando alla tabella sanitaria, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza erano saliti a 2.809.246. In crescita anche i soggetti attualmente positivi che erano pari a 388.895, così come i pazienti ricoverati in terapia intensiva2.094 in totale. I guariti erano 2.324.633. Nelle ultime 24 ore si erano registrati ulteriori decessi che portavano il bilancio totale delle vittime a 95.718.

La Regione Emilia Romagna, si leggeva nelle note, eliminava 2 casi, in quanto giudicati non casi Covid19.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Bollettino del 21 febbraio: salgono i ricoveri in terapia intensiva

Covid, le varianti costringono a 25 zone rosse: ecco quali sono

Cresce il timore per la diffusione delle varianti Covid. In particolare, pare che nel nostro paese quella più diffusa sia l’inglese, a seguire la brasiliana e quella sudafricana.

Una circostanza che avrebbe messo in serio allarme il Governo il quale per prevenire una terza ondata starebbe optando per l’istituzione di ben 25 zone rosse in diverse province. I vari luoghi sono stati identificati in base all’incidenza dei contagi ed alla maggior possibilità che in essi possano accendersi dei focolai.

Secondo le nuove disposizioni le province seguiranno un nuovo percorso e verranno distinte in base a delle etichette diverse. Bollino rosso, qualora il focolaio dettato dalle varianti sia appena iniziato. Arancione se in fase intermedia e gialla quando il numero dei positivi è accertato e sotto controllo.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Covid, le varianti costringono a 25 zone rosse: ecco quali sono

Vaccino: al vaglio la produzione in Italia ma i tempi sono lunghi

i costanti ritardi nella distribuzione delle dosi, il rallentamento nella produzione stessa dei vaccini sta destando non poche perplessità. Sale la preoccupazione per la messa a rischio dell’intera campagna vaccinale la quale non procede con i ritmi stabiliti.

Per ovviare a tale “intoppo” più volte è stata avanzata l’ipotesi di spostare la produzione in Italia, eppure se il proposito è dei migliori, la realtà dei fatti è ben diversa.

In primo luogo l’Italia non possiederebbe i giusti bioreattori ossia gli strumenti utili per la produzione di mRna ossia la proteina che caratterizza il vaccino. Quelli in uso nel Bel Paese non sembrerebbero compatibili e pensare ad una loro riconversione implicherebbe altre problematiche.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Vaccino: al vaglio la produzione in Italia ma i tempi sono lunghi


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Si parla di tempi lunghissimi ed inoltre significherebbe sottrarre l’apparecchio alla sua originaria funzione, ingenerando una carenza nel settore in cui era impiegato.

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