La situazione Covid in Italia peggiora a causa della diffusione delle varianti. Massimo Galli ribadisce come la sua previsione era esatta
La diffusione delle varianti del Covid nel nostro Paese desta sempre più preoccupazione. In particolare danno pensiero quella inglese e brasiliana. E come era accaduto già in passato gli esperti sembrano non essere molto d’accordo tra di loro sul quadro da delineare.
Aveva fatto parlare molto di sé Massimo Galli, il professore e responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano che aveva lanciato diversi giorni fa il pericolo delle varianti e sul numero dei casi nell’ospedale che dirige, salvo poi essere smentito dal personale che ci lavora. Anche l’infettivologo Matteo Bassetti lo aveva criticato spiegando che non c’erano affatto i reparti pieni e non c’era dunque bisogno di terrorizzare la gente.
Ora però che i dati parlano di un maggiore pericolo Galli si prende la sua rivincita e tuona: “Non sono stati necessari 15 giorni, ne sono bastati 2 o 3 per dire che avevo maledettamente ragione”.
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Massimo Galli, insomma, non fa giri di parole e dice chiaramente che quanto aveva prognosticato sulle varianti si sta rendendo visibile, soprattutto in Lombardia.
“Se devo attenermi ai dati del laboratorio di ricerca che dirigo, negli ultimi giorni i casi sono molto spesso legati a varianti Covid” ha chiosato spiegando che il coronavirus è molto grosso, cambia, non velocemente come quello dell’aids e dell’epatite C, ma lo fa.
“Le mutazioni ci sono e il virus può imporsi con la nuova variante” ha spiegato in collegamento a Mattino Cinque ribadendo che la variante inglese ha una capacità maggiore di diffusione che si attesta al 40% in più del normale.
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E su una consolidazione dell’ondata, Galli spiega che crede e teme che sia in atto. Per una risposta più completa il responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano dice di rifarsi ai dati completi ma per quello che lui vede nel reparto che dirige molti casi sono varianti, anche se, specifica, per il momento a Milano, “non ci sono ancora segnali pesantissimi, in altre aree della regione i problemi sono seri”.
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