Ancora violenza nella Repubblica Democratica del Congo, dove hanno perso la vita l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci.
Un’altra giornata di sangue per la Repubblica Democratica del Congo; in quell’inferno verde dove lo scorso lunedì, 15 febbraio, hanno perso la vita l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista del Pam Mustapha Milango. La violenza continua a scuotere il Paese africano: altri due attacchi hanno colpito le città di Oicha e Kisima, vicino Beni, nella provincia del Nord Kivu. Si tratta dell’ennesimo massacro nello stato dell’Africa centrale. Tra i sospetti rientra una famigerata organizzazione terroristica, la Allied Democratic Forces (ADF), accusata delle ultime violenze nell’area di Beni, al confine con l’Uganda. Originariamente basata nell’Uganda occidentale, la milizia si è presto estesa anche alla vicinissima RDC.
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Stando a quanto riferiscono i media locali, un primo attacco è avvenuto verso le 18 di martedì nel piccolo villaggio di Kisima, nei pressi di Beni nel Kivu nord. Responsabili sarebbero gli ugandesi affiliati alla pericolosa Alleanza delle forze democratiche (ADF): l’associazione terroristica di matrice islamica è attiva nel Congo dell’est sin dalla fine degli anni Ottanta. L’altro massacro è avvenuto nella piccola città di Oicha. Il bilancio delle vittime sale almeno a 13 persone uccise durante gli ultimi attacchi; annoverando a oltre 1.013 i civili uccisi in attacchi simili nell’area di Beni a partire da novembre 2019. In totale, i morti registrati nel Kivu dal 2017 ammontano a circa 4.300.
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Oltre ai massacri, altri orrori continuano a colpire il Congo. Tra questi rientrano gli stupri di gruppo, di cui sono state vittime oltre 170 donne, e numerosi rapimenti, la cui cifra supera le 5.500 unità.
Fonte Al Jazeera
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